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Udinese

UDINESE, COMMIATO CON VITTORIA DAL VECCHIO "FRIULI" ED EUROPA ANCORA PIU' VICINA

Dopo aver sofferto per un tempo, l'Udinese disegna la settima meraviglia di questo suo eccezionale finale di stagione, supera l'Atalanta per 2-1 e compie un altro importante passo verso la qualificazione alla prossima Europa League. Guidolin, comunque vadano a finire le cose, da record: da quest'oggi e' lui l'allenatore che detiene il maggior numero di vittorie consecutive con l'Udinese in serie A -sette- record detenuto sinora da Pasquale Marino che nel 2009 si era fermato a quota sei. Ma la vittoria di oggi non e' stata conseguita sul velluto, come invece accaduto nelle ultime uscite di Di Natale e compagni. L'Udinese ha patito per un tempo il peso psicologico della vittoria da ottenere a tutti i costi, pena un deciso ridimensionamento delle ambizioni europee, poiche' se non scontato, era prevedibile che la Lazio dal ritrovato smalto nelle ultime settimane avrebbe avuto vita relativamente semplice -come poi confermato dal 2-0 finale dei biancocelesti- contro la gia' salva Sampdoria. Eppure l'inizio dei bianconeri aveva fatto pensare ad un pomeriggio scintillante per la banda di Guidolin. Nei primi quattro minuti Di Natale-show con due occasioni sul piede del fuoriclasse napoletano: prima da un rimpallo gran botta sulla quale Consigli si oppone con un intervento all'altezza della sua fama, poi punizione dal limite, aggirata la barriera, Consigli immobile, ma sfera che va stamparsi sulla traversa. Poi pero' l'inerzia della partita cambia ed e' l'Atalanta, piu' sciolta e per nulla assillata dall'importanza del risultato, a salire in cattedra. De Luca dal fondo serve un gran pallone al centro che Parra non sfrutta facendosi anticipare da Brkic. Dall'avvisaglia al gol in cinque minuti: il centrocampo friulano concede troppo spazio a Giorgi che tira dalla distanza, Brkic non trattiene, l'accorrente De Luca trova altre due volte l'opposizione miracolosa del portiere serbo prima di trasformare sul terzo e decisivo tape-in. Per l'Udinese e' una botta tremenda. Parra non sfrutta a meta' tempo un ghiotto invito sparando malamente su Brkic, Moralez conclude fuori di una spanna, Radovanovic sempre dalla distanza fa correre nuovamente un brivido alla difesa dei locali. Che, per loro fortuna, possono andare a riordinare le idee all'intervallo sul punteggio di parita': al 43' Allan da dentro l'area inventa un assist al bacio per Toto' Di Natale con un tocco felpato da campione di razza qual e' fa 1-1 senza dare scampo a Consigli. L'Atalanta prova ad iniziare la ripresa nella stessa maniera baldanzosa di inizio gara, ma e' l'Udinese a colpire ribaltando il risultato. Azione concitata iniziata da Muriel, serie di deviazioni con palla che sul lato destro arriva al capitano che da quella posizione nuovamente non perdona. Nel frattempo un Basta meno brillante del solito viene rilevato da un Badu mai cosi' pimpante, e soprattutto un leggero infortunio a Muriel costringe Guidolin al cambio che probabilmente restituisce maggiori equilibri alla squadra, specie tra centrocampo e difesa. Dall'ingresso del polacco Zielinski si torna alla formula con due trequartisti -l'altro e' l'argentino Pereyra- dietro a Di Natale. E l'Udinese costruisce altre situazioni da rete con Gabriel Silva e Di Natale, senza che l'Atalanta riesca a pungere. Nel finale due episodi di rilievo che potrebbero guastare la festa bianconera: sulla ricaduta dopo un tentato stacco volto a recuperare palla, Toto' si infortuna uscendo in barella: da valutare l'entita' dell'infortunio. Al 91', dopo un inopportuno rinvio corto di Allan, l'Atalanta reimposta l'azione dalla trequarti e per fortuna dei bianconeri Parra dalla distanza spara debolmente in bocca a Brkic. Poi il fischio finale dell'arbitro Rizzoli ed il commiato nella migliore delle maniere dal vecchio stadio "Friuli" che da stasera spegne le proprie luci per lasciar posto al nuovo, avvenieristico impianto tutto coperto per realizzare il quale i lavori inizieranno domani stesso. Il campionato dell'Udinese fissa per domenica prossima, sul terreno dello stadio milanese di San Siro, avversaria l'Inter, l'ultima tappa di un campionato che, comunque vadano le cose, sara' ricordato per l'entusiasmante rincorsa inscenata dai friulani nell'ultimo mese e mezzo, quando anche i piu' ottimisti tifosi erano portati a prospettare un finale anonimo per il piu' classico dei campionati di transizione. Invece, un ultimo successo esterno a migliorare ancora la striscia record di vittorie consecutive, garantirebbe agli uomini di Guidolin l'Europa League senza dover guardare ai risultati delle romane. Pareggio o sconfitta contro l'Inter si tradurranno nel pass europeo ai friulani solo se sul neutro di Trieste la Lazio che affronta il Cagliari non dovesse ottenere i tre punti. Inoltre, molto dipendera' da quanto fara' la Roma nel posticipo di questa sera in casa del Milan. Se i giallorossi non vincono, non potranno attaccare la posizione dell'Udinese. Che in ultima analisi, dovesse terminare il campionato al sesto posto dietro i laziali, sarebbe costretta a "tifare" Lazio nella finale di Coppa Italia per avere accesso in Europa, che andrebbe invece alla Roma se i lupi dovessero affermarsi nella stracittadina che vale la manifestazione tricolore.

 

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UDINESE-ATALANTA: QUANDO IL PAREGGIO NON VA DI MODA

Si e' dunque giunti alla partita del commiato per cio' che riguarda l'Udinese: commiato verso i propri supporters, che avranno modo di vedere esibirsi i ragazzi di Guidolin per l'ultima volta fra le mura amiche in questa stagione 2012-2013, e commiato verso il "vecchio" stadio "Friuli", che a partire da lunedi', verra' di fatto smantellato per essere trasformato in una struttura totalmente diversa ed interamente coperta. Prima degli eventi di rito per salutare lo storico impianto teatro di tante battaglie sportive, c'e' da giocare il match contro l'Atalanta, formazione che ha gia' conquistato la permanenza in A, in un incontro da vincere assolutamente per tenere a distanza la antagoniste romane nella corsa ad un posto per la prossima Europa League. Guardando ai precedenti, si nota come il pareggio non abbia costituito il risultato dominante nel novero delle dispute tra friulani ed orobici: peraltro, quando c'e' stata divisione della posta in palio, i match si sono sempre risolti a reti bianche. Partiamo dalla stagione 1984-85. L'Udinese, con il fuoriclasse Zico non al meglio, stenta a decollare in classifica e gia' nella sfida contro l'Atalanta di Nedo Sonetti si trova costretta a vincere per non rimanere impelagata nei bassifondi della classifica. La vittoria arriva, sospinta piu' dalla forza di volonta' messa in campo dai bianconeri che da un tasso tecnico ragguardevole; tutto si decide entro il quarto d'ora del secondo tempo, grazie alle reti del difensore Federico Rossi e di Massimo Mauro. Nella primavera del 1986, una rete di Andrea Carnevale allo scadere del primo tempo si rivela decisiva per la conquista di due punti vitali nella conquista, a fine stagione, della salvezza sul campo. Si', perche' la giustizia sportiva e' pronta a calare la sua mannaia verso l'Udinese, indagata e condannata per illecito sportivo: sono nove i punti di penalizzazione che il team allenato da Giancarlo De Sisti dovra' scontare nella stagione 1986-87. Quando l'Atalanta giunge in Friuli per disputare la sfida contro le zebrette, l'Udinese sta viaggiando ad un ritmo che sul campo garantirebbe una tranquilla posizione a meta' classifica. Insomma, i bianconeri ci credono e proprio nel giorno della vittoria contro i neroblu, arrivata grazie ad una punizione dell'argentino Daniel Bertoni deviata piu o meno fortuitamente in gol da Ciccio Graziani al 26' del secondo tempo, l'Udinese rivede la luce e da -9 arriva a +2. La speranza di ottenere una miracolosa salvezza dura lo spazio di qualche mese: si puo' dire che, ancor prima della condanna aritmetica sancita a primavera, l'autentica resa dei friulani si sia avuta nell'infausto giorno del pesante rovescio interno (2-6) contro l'Avellino.
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L'UDINESE INGRANA LA QUINTA: BATTUTA LA SAMPDORIA 3-1

L'Udinese supera la Sampdoria per 3-1 nel lunch-match valido per la 34. giornata del campionato di serie A, inanella la quinta vittoria consecutiva e guarda con fiducia al prosieguo della lotta per un posto in Europa League, questione per la quale sembra scontato si dovra' attendere l'esito di tutti e tre i rimanenti turni di campionato. La partita contro i genovesi non e' stata delle piu' semplici per la formazione bianconera: la Sampdoria si e' dimostrata complesso decisamente piu' vivace e tonico rispetto alle ultime uscite, e si e' arresa solo quando Luis Muriel, entrato nel secondo tempo, ha realizzato la rete del definitivo 3-1. L'Udinese ha schiacciato gli avversari nella propria meta' campo per i primi dieci minuti, poi i doriani hanno preso le misure giocando meglio, ma proprio nel loro miglior frnagente hanno subito la rete dell'1-0. Al 29' assist di Domizzi, finta di corpo di Di Natale che disorienta i due centrali blucerchiati e con una rasoiata in diagonale mette la sfera dove Romero non puo' arrivare. Cinque minuti di leggero sbandamento, poi, quasi a sorpresa gli ospiti raggiungono la parita': palla ingenuamente persa a centrocampo da Pereyra, ripartenza della Samp che serve Eder che da fuori area lascia partire un fendente angolato che piega le mani a Brkic vanamente proteso in tuffo. La prima frazione si chiude in parita', ad inizio ripresa ancora Eder con una cavalcata di 50 metri fa vedere i sorci verdi alla retroguardia friulana, ma Di Natale e' sempre in agguato. Il capitano ha il merito di dare piena fiducia ad un servizio profondo di Danilo, incunearsi nella distratta difesa doriana e, con un colpo di volo dei suoi, piazzare la palla sotto la traversa e quindi in gol al 7'. Udinese brava ma anche fortunata. A meta' ripresa un violento shoot del neo entrato Sansone incoccia all'interno del palo. Tutti pensano al gol del pareggio, invece la palla, beffarda, esce attraversando anche la linea di porta, senza varcarla. Nel frattempo nell'Udinese ha fatto il suo ingresso Muriel che, dopo un paio di occasioni sciupate, riceve un inaspettato omaggio dal portiere avversario Romero: passaggio sciagurato del numero uno argentino che viene intercettato in area dal furetto colombiano. Muriel ha il tempo di prendere la mira e, con un preciso diagonale, mettere il suggello sulla vittoria dei suoi. Una vittoria meritata, ma ottenuta non senza pagare dazio: Danilo, Domizzi e Pinzi, tutti in diffida, sono stati ammoniti e salteranno quindi la fondamentale trasferta di mercoledi' sera a Palermo. L'Udinese fa comunque corsa su se stessa e sui giocatori di cui dispone, e la caparbieta' con cui e' stato inseguito il successo anche dopo il pareggio ospite fa ben sperare per gli ultimi 270 minuti della stagione.
 
LE PAGELLE
 
UDINESE
 
BRKIC 6. Non puo' nulla sul gol di Eder, quasi combina una frittata su un diagonale dello stesso attaccante nella ripresa, ma si riscatta deviando in corner una pericolosa punizione sul 2-1. Disturbato in qualche modo dal vento che spirava quest'oggi su Udine.
BENATIA 6 E' spesso lasciato sul posto da chi si trova dalle sue parti, ma talvolta riesce a sopperire agli sganciamenti in avanti di Danilo sostituendosi a lui in interventi al centro dell'area.
DANILO 6. In qualche occasione il dinamismo della Samp lo fa andare fuori posizione, si innervosisce dopo l'ammonizione che gli costa la squalifica nel prossimo match, ma ha il merito di fornire a Di Natale l'assist per il 2-1.
DOMIZZI 6,5 Il migliore del terzetto difensivo, suggerisce a Di Natale il pallone che il capitano trasforma nell'1-0 per i suoi.
BASTA 6,5 Moto perpetuo sulla destra, diversi recuperi, ma, specie nel primo tempo, diversi palloni perduti per delle imprecisioni.
ALLAN 5,5. Meno brillante del solito, tanti recuperi ma anche un pallone perso banalmente che costringe Danilo all'ammonizione che lo estromette dall'importante sfida di mercoledi' sera a Palermo.
PINZI 6. Il lavoro oscuro c'e', ma si vede che deve riacquistare l'abitudine al ritmo partita, dopo due mesi lontano dai campi.
GABRIEL SILVA 7 Sempre piu' autoritario, viene limitato nel frangente del primo tempo in cui la Sampdoria pare aver preso le misure all'Udinese. Nella ripresa, difende e riparte, e quando piazza il suo scatto gli avversari faticano ad arginarlo.
PEREYRA 6 Si alterna abbastanza bene con Basta, ma un suo pallone perso a centrocampo innesca la ripartenza che permette agli uomini di Rossi di conquistare la provvisoria parita'.
ZIELINSKI 5,5. Ci mette impegno ed abnegazione, ma nel complesso si nota poco. Il polacco appare appannato dopo il vertiginoso debutto in campionato tra Parma e la sfida interna con la Lazio, ma ha ancora grossi margini di miglioramento.
DI NATALE 8. Segna due gol alla sua maniera, con tocchi di classe sopraffina, ed in una giornata ventilata ma in ogni caso giocata al caldo sole di mezzogiorno, questo signore di 35 anni corre con l'entusiasmo di un ragazzino. Immenso e sempre piu' protagonista di pagine di storia bianconera, comunque si concluda anche questa stagione.
MURIEL 7 Problemi di convivenza o meno con Toto', e' un fatto che quando i due sono schierati in campo assieme la media punti dei bianconeri ne risente in positivo. Deve imparare ad essere ancor piu' mortifero sotto rete, in ogni caso anche oggi guizzi di qualita' e un gol che per l'Udinese significa vittoria messa in cassaforte quando gli ospiti ancora non si davano per vinti.
BADU 6. Un quarto d'ora ma un paio di assist che significano buone occasioni da rete per i compagni.
CAMPOS TORO s.v. Fa rifiatare Pinzi.
 
SAMPDORIA
 
ROMERO 5. Insicuro in molti match disputati dalla Samp quest'anno, non va meglio ad Udine, dove dopo pochi minuti dal fischio d'inizio si lascia scappare una palla che con Di Natale di fronte anziche' di spalle si sarebbe tramutata subito in gol. Da censura anche l'assist sciagurato che permette a Muriel di accentrarsi, prendere la mira e siglare il definitivo 3-1.
MUSTAFI 6. Uno dei piu' continui della propria retroguardia, malgrado un Gabriel Silva che viene contenuto a stento nel momento in cui innesta il turbo.
ROSSINI 5 Distratto, non solo in occasione del primo gol di Di Natale.
CASTELLINI 5 In difficolta' e beffato dal primo gol di Di Natale, e' in imbarazzo anche dopo l'ingresso di Muriel ed il suo gran movivmento.
DE SILVESTRI 5. Le sovrapposizioni tra Basta e Pereyra gli rendono il pomeriggio difficile, cosi' come Di Natale che si incunea realizzando il 2-1.
POLI 7. E' lui l'anima della Sampdoria che grazie al suo lavoro fatto di qualita' e quantita', dopo l'1-1, non fa dormire sonni tranquilli all'Udinese. Rossi nella ripresa lo vede un po' affaticato e, complice il risultato da raddrizzare, lo sostituisce per una punta.
RENAN 5,5. Non incide.
OBIANG 5,5. Senza infamia e senza lode in interdizione, delude in quella che dovrebbe risultare la sua specialita', il tiro dalla distanza.
ESTIGARRIBIA 5,5. Aiuta la squadra a contenere, ma il suo contributo nelle ripartenze e' impalpabile.
ICARDI 5,5. Si propone come rifinitore a supporto di Eder, ma preferendogli successivamente Sansone, Rossi imprime maggior pericolosita' al reparto avanzato.
EDER 7. Segna un gran bel gol, e tutte le volte che parte in progressione costringe la retroguardia udinese a dei recuperi mai banali.
SANSONE 7. Supporta bene Eder facendo gran movimento al pari del compagno, e si guadagna l'Oscar della sfortuna quando il suo bellissimo shoot prende in pieno l'interno del palo ma non termina in rete.
MAXI LOPEZ s.v. Non e' certo l'attaccante che avevamo ammirato a Catania e in certi momenti della scorsa stagione al Milan. Il lungo stop per infortunio lo condiziona e si vede.
BERARDI s.v. Sostituzione forzata in luogo di un claudicante De Silvestri.
 
ARBITRO TAGLIAVENTO 7. Non fa pesare la sua presenza in campo e per un arbitro questa si rivela essere una nota sempre positiva. Attento in tutte le situazioni, distribuisce secondo buon senso i cartellini gialli e dimostra ottima intesa con i collaborator di linea sulle segnalazioni di offside.
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UDINESE-SAMPDORIA, C'ERA UNA VOLTA LA "BESTIA NERA"

La volata finale per la conquista dei posti che conducono in Europa League e' iniziata e anche quest'anno tra le pretendenti per un posto al sole degli scenari continentali c'e' l'Udinese di Francesco Guidolin. Quattro turni da disputare e due settimane da far trascorrere ci diranno se la compagine friulana sapra' centrare questo importante traguardo, che per il tecnico di Castelfranco Veneto potrebbe avere una portata storica: se fosse ancora Europa, Guidolin sarebbe l'unico allenatore nella storia del club bianconero a centrare la qualificaziione alle Coppe in tutte le stagioni -in totale quattro - nelle quali e' sinora stato alla guida tecnica dell'Udinese. Di strada da fare ce n'e' comunque ancora tanta, e si inizia con il lunch-match di domani che vedra' scendere sul terreno dello stadio "Friuli" la Sampdoria. Una squadra che a questo punto del campionato non ha problemi di classifica e che, almeno sulla carta, ruolino di marcia dei bianconeri nelle sfide interne alla mano, e considerate le diverse motivazioni che le due contendenti nutrono per questo finale di torneo, non dovrebbe costituire un ostacolo insormontabile per Di Natale e compagni.
Se cosi' fosse, la formazione blucerchiata verrebbe meno a quel tradizionale ruolo che, a partire dagli anni Ottanta e per almeno una ventina d'anni, l'ha vista spesso indosare i panni di "bestia nera" dei friulani. La Sampdoria si riaffaccia al grande palcoscenico della serie A un po' piu' tardi dei suoi avversari di domani, siamo nella stagione 1982-83, una stagione che volge al termine, che vede la squadra ligure disimpegnarsi nel torneo in maniera egregia per quello che potrebbe essere lo standard di una neopromossa, e l'Udinese, club in forte ascesa, essere protagonista di un campionato che la segnala come una tra le squadre meno battute di quell'annata. Da notare che quel 24 aprile 1983 le zebrette sono prive in panchina del prezioso apporto del tecnico Enzo Ferrari, squalificato e sostituito dal vice Giovanni Galeone, Vuoi per un certo senso di appagamento che a fine stagione puo' cogliere qualsiasi squadra priva di reali obiettivi, vuoi per l'abitudine di Galeone, portata avanti e dimostrata nel tempo nelle sue esperienze successive, di non curare in particolar modo la fase difensiva, e lo 0-4 esterno a favore della Sampdoria e' servito.
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TOTO' DI NATALE, ANCORA E SEMPRE LUI: PRODEZZA, VITTORIA ED UDINESE NUOVAMENTE IN ZONA-EUROPA

Un altro gol capolavoro di capitan Di Natale consente all'Udinese di superare la Lazio nel fondamentale scontro diretto che doveva dire ed ha detto molto sulle possibilita' dei friulani di centrare per il terzo anno consecutivo un piazzamento nelle competizioni europee. Ora l'Udinese si trova a pari punti con le due romane e nutre legittime aspirazioni di approdo all'Europa League in virtu' di un calendario ostico (specie nelle ultime due trasferte a Palermo e Milano sponda Inter) ma non impossibile, e soprattutto in considerazione di una condizione atletica e mentale invidiabile a questo punto della stagione. La Lazio e' stata sovrastata sotto il profilo atletico e del gioco, ed I biancocelesti devono ringraziare un Marchetti in serata di grazia e qualche imprecisione qua e la degli avanti friulani se lo score a favore della banda Guidolin non e' stato piu' largo. Il portiere laziale nulla pero' ha potuto sull'ennesima perla di quel fenomeno che risponde al nome di Antonio Di Natale, una prodezza che fa il paio con la seconda rete messa a segno nel match di due settimane fa contro il Chievo. Questa l'azione, al 18' del primo tempo: azione insistita di Pereyra che serviva all'ala sinistra Gabriel Silva, cross del brasiliano: sulla palla si avventava in semirovesciata acrobatica Toto' che con un colpo magistrale faceva secchi difesa ospite e portiere. La Lazio si era fatta pericolosa in precedenza soprattutto attraverso inidiosi cross dalla destra partiti dal piede di Candreva, ma con il passare dei minuti, in tutte le zone del campo, era l'Udinese a prendere il sopravvento. I bianconeri avrebbero poi potuto raddoppiare nel secondo tempo con Lazzari, ma la botta a colpo sicuro dell'ex Fiorentina veniva neutralizzata alla grande da Marchetti, che correva un brivido anche su un diagonale di Di Natale finito out di pochissimo. Petkovic inseriva a stretto giro Hernanes, Ederson e poi Floccari, per Stankevicius, Ledesma e Mauri, ma senza esito. Klose indomito ma poco efficace. E cosi' il triplice fischio dell'arbitro Guida ha salutato la terza vittoria consecutiva dell'Udinese che torna prepotentemente a candidarsi per l'Europa. Per l'undici di Guidolin si tratta di una volata in cinque tappe: la prima, vedra' Di Natale e compagni opposti sul "neutro" di Trieste (previsto un esodo in massa dei supporters bianconeri) contro il Cagliari, protagonista sinora di un gran girone di ritorno.

 

LE PAGELLE

 

BRKIC 6. Tempismo in una bella uscita di piede nel primo tempo, poi ordinaria amministrazione perche' la Lazio non punge mai davvero e centrocampo e difesa stanno offrendo al numero 1 serbo una protezione che in inverno non si vedeva.

BENATIA 6,5 Dalle sue parti non si passa; unica nota un po' stonata, un certo immotivato nervosismo con Klose sul finire del primo tempo.

DANILO 7. Chiusure efficaci, talune anche di gran classe.

DOMIZZI 6,5. Nei primi minuti della gara soffre la vivacita' di Candreva, ma con l'andare del tempo cresce di livello cosi' come il suo reparto e l'intera squadra.

BASTA 7. Sulla fascia di competenza chiude e spinge, ma questo e' un centrocampista universale: uomo ovunque di questo match.

ALLAN 7. Meriterebbe mezzo punto in piu' rispetto a Basta, perche' c'e' qualita' e sostanza nei suoi recuperi e nelle sue giocate; unico problema, quello per cui talvolta certe leziosita' gli costano la perdita del possesso palla.

LAZZARI 7. E' un Andrea molto duttile quello di questa sera: all'occorrenza interno a tagliare con lanci lunghi per Toto' Di Natale, a volte rifinitore. E su una palla gol e' Marchetti a negargli con un super intervento la gioia della marcatura.

GABRIEL SILVA 6,5. Di partita in partita migliora sotto tanti punti di vista: corsa, senso della posizione, cross dal fondo. E proprio da una di queste palle scodellate al centro dell'area nasce l'invenzione del capitano che regala tre punti d'oro all'Udinese.

PEREYRA 6. Lavoro oscuro sempre utile ai meccanismi di una macchina che al momento dimostra di correre davvero veloce.

ZIELINSKI 6,5. Bella conferma dopo l'esordio scintillante di Parma. A 19 anni ancora da compiere, e con un grande future davanti, il polacco sembra davvero essere quel trequartista del quale Guidolin per tanto tempo e' andato alla ricerca.

DI NATALE 8. Anche stavolta gol capolavoro da tre punti: per questo "ragazzo" non ci sono piu' parole. Toto' pare aver ritrovato il feeling con il gol ma anche una serenita' che ad un certo punto della stagione sembravano persi per strada. Lo dimostrano certi colpi che sfiorano il raddoppio, oppure certi deliziosi assist, con tocchi felpati, mai banali, verso I compagni lanciati a rete. 

RANEGIE s.v. in campo gli ultimi dieci mintui per concedere la meritata standing ovation a Di Natale.

BADU s.v. Anche per lui pochi scampoli di partita a difendere un 1-0 di platino.

 

LAZIO

 

MARCHETTI 7. Non puo' nulla sulla magia di Di Natale, ma con interventi da campione nella  ripresa evita ai suoi un passivo piu' pesante.

CIANI 5,5 Un inzio fatto di buona volonta' poi quando Di Natale passa dalle sue parti e si accentra il francese va in confusione.

DIAS 5,5 Si batte, ma ha il torto di perdersi Di Natale in occasione del gol.

BIAVA 5,5. Sugli stessi livelli di Dias.

GONZALEZ 5. Molto falloso, e gia' ammonito, rischierebbe il rosso se l'arbitro fosse piu' severo.

STANKEVICIUS 5 Il centrocampo bianconero lo sovrasta e lo costringe a falli anche cattivi che meriterebbero delle sanzioni.

ONAZI 6,5. Il piu' lucido in mezzo, non sfigura ne' quando la Lazio ad inizio primo tempo prova a farsi piu' pericolosa degli avversari, ne' quando la mediana friulana alza I ritmi mettendo in crisi un po' tutta la zona nevralgica dei biancocelesti.

LEDESMA 5. Solo una rasoiata delle sue, peraltro debole, tanto da non impensierire Brkic, e nient'altro. Non era in buone condizioni e lo si e' visto.

CANDREVA 6. Nel primo quarto d'ora la retroguardia dell'Udinese fatica a prendergli le misure. Ma proprio nel momento in cui questo avviene, anche la sua verve viene meno e la Lazio ne risente.

MAURI 5 Anche per lui partita sottotono, tanto da venir sostituito da Petkovic a mezz'ora dalla fine.

KLOSE 5,5. Da una parte diciamo che i compagni del centrocampo, dominati dagli avversari, non hanno saputo assisterlo. Ma la differenza tra lui e Di Natale, il paragone deriva anche dall'aspetto anagrafico, e' questa: Toto' tira la carretta da inizio anno e pur avendo avuto un breve passaggio a vuoto in questa stagione, ora sembra ben piu' pimpante rispetto al pari ruolo e pari eta' tedesco, che in piu' di qualche frangente pare invece avvertire il peso dell'eta'.

HERNANES 5 Lontano parente del bel giocatore ammirato in epoche prcedenti e che sa dare la sua impronta ai successi laziali.

EDERSON 5 Fatica a contenere gli insistiti attacchi bianconeri e si fa anche ammonire.

FLOCCARI 5 Mai pericoloso, anche perchè il centrocampo ospite questa sera è dominato da quello avversario.

 

ARBITRO GUIDA 5,5. Le decisioni fondamentali le azzecca tutte, ma indispone un certo modo di condurre la gara. Si sanzionano falli di gioco abbastanza canonici da parte di Domizzi e Lazzari mentre si sorvola su interventi ben piu' duri dei laziali. Inoltre, certi bei tackle friulani che potrebbero innescare pericolosi contropiede vengono visti come falli.

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UDINESE-LAZIO: SPETTACOLO, GOL, ROCAMBOLESCHI FINALI

Udinese-Lazio, atto terzo: perche' per il terzo anno consecutivo questa sfida rappresentera' un importante crocevia nella lotta per un piazzamento in Europa. Le due squadre in questa stagione hanno comunque portato un vento di novita'. La Lazio, in forza della scelta tecnica  caduta sul bosniaco Vladimir Petkovic autentica rivelazione del torneo perche' scommessa proveniente da un campionato cosi' diverso come quello svizzero, e l'Udinese che, nonostante una significativa campagna acquisti in uscita dopo il terzo posto dello scorso anno, si ritrova comunque a battersi per l'Europa League, per di piu' contando su una squadra titolare che, nell'ultima vittoriosa trasferta a Parma, contava sei elementi su undici nati dopo il 1990. E in attesa di capire come finira', volgiamo il nostro occhio al passato. Quasi 29 anni fa, il 29 aprile 1984, l'Udinese di Zico colse al "Friuli" una vittoria che tenne, per poco, ancora aperta la porta della speranza per una qualificazione Uefa dei bianconeri. Un'autorete del brasiliano Batista e proprio Zico grazie ad una travolgente azione in contropiede griffarono quel successo, vanificato poi in chiave europea dalle due successive sconfitte consecutive negli ultimi due turni di campionato, contro Napoli e Milan. Memorabile, quantomeno nelle proporzioni e nella prestazione offerta, il 5-0 del 23 settembre 1984: Galparoli, Zico, Selvaggi, Mauro e Carnevale seppellirono la Lazio del presidente Giorgio Chinaglia sotto il diluvio. La Lazio dopo quella stagione sarebbe retrocessa, e per ritrovare le due squadre incrociarsi a livello di serie A occorrera' attendere il dicembre 1989. La Lazio, alla sua seconda stagione consecutiva di A dopo gli anni bui della cadetteria, procedeva nel suo cammino di crescita volto alla conquista di un posto in Europa. L'Udinese di quell'anno invece sposava la tendenza "zonarola" scatenata dai trionfi di Sacchi al Milan. Ma proprio il match interno con la Lazio costituira' la fine del sogno di andare ad imitare mondi e modelli ben lontani dalla realta' friulana. La Lazio infatti si impone nel finale di gara grazie ad una autorete di Vanoli ed un gol di Gabriele Pin, e per il tecnico dell'Udinese Bruno Mazzia, sara' esonero, decretato subito dopo Natale, con conseguente accantonamento di un certo tipo di progetto. Gli subentrera' Rino Marchesi, che non riuscira' a portare l'Udinese alla salvezza. Cosi' Udinese e Lazio si ritrovano di fronte al "Friuli" ad inizio primavera del 1993, in uno 0-0 che costituisce uno dei punti piu' mediocri nel novero delle spumeggianti prestazioni interne dell'Udinese di quel campionato. Vera attrattiva del match, la presenza nelle file laziali, anche perche' elemento non costante ne' caratterizzante di quel campionato, di uno degli elementi di maggior spicco ed esborso del sodalizio capitolino nella campagna acquisti dell'estate precedente: l'inglese Paul Gascoigne. Che in quell'incontro, un po' come in buona parte della stagione biancoceleste, non lascia traccia di se. Di ben altro spessore e' il match del 13 marzo 1994. Un'Udinese che sta lottando per non retrocedere e che Adriano Fedele ha rivitalizzato nel girone di ritorno, deve battersi con una Lazio che il patron Sergio Cragnotti sta costruendo in modo tale da renderla una delle protagoniste del campionato. La partita e' spettacolare nel primo tempo: segnano Borgonovo, risponde l'olandese Aaron Winter, raddoppia Fausto Pizzi su calcio di rigore, Lazio ancora in parità grazie al capitano Beppe Signori. Sembra solo l'inizio per una sarabanda del gol, invece alla fine il risultato resta di 2-2, per una delle tante mancate vittorie di quella stagione che alla fine, per un punto, condizioneranno e condanneranno la formazione friulana all'ultima retrocessione della sua storia. Udinese e Lazio nuovamente di fronte nel febbraio 1996, e di questa partita c'e' un particolare curioso da ricordare. La Lazio allenata da Zeman va sotto dopo dieci minuti. La squadra friulana guidata sapientemente in panchina da Alberto Zaccheroni approfitta di un autogol del difensore laziale Paolo Negro. L'Udinese preme alla ricerca del gol sicurezza, ma il risultato resta inchiodato sul minimo scarto a favore dei bianconeri quando si arriva al 90' ed al curioso episodio menzionato in precedenza. Quell'11 febbraio di 17 anni fa segna la giornata d'esordio delle famose lavagnette luminose per la segnalazione, da parte dei direttori di gara, dei minuti di recupero concessi al termine del primo tempo e a fine gara. A novantesimo scoccato, l'arbitro di quel giorno, il marchigiano Daniele Tombolini, oggi opinionista televisivo, assegna, tra lo stupore generale, ben sei minuti di recupero. E quasi allo scadere di tutto questo tempo addizionale, gli ospiti pervengono al pareggio grazie ad un bolide dalla distanza di Diego Fuser che si insacca all'incrocio dei pali. Che la Lazio sia avversario difficile da affrontare per I bianconeri lo confermano le sfide giocate al "Friuli" nelle stagioni successive. Il 3-2 con il quale la compagine romana sbanca Udine nel gennaio 97 e' intriso di polemiche. Signori per due terzi di partita fa il bello e il cattivo tempo realizzando una doppietta che  a mezz'ora dalla fine porta la Lazio sul doppio vantaggio, poi si scatena il brasiliano Amoroso, che realizza un rigore al 79' e viene letteralmente abbattuto in area da un difensore laziale poco dopo, ma l'arbitro non ha il coraggio di decretare un secondo penalty a pochi minuti di distanza dal primo. Nedved con una bella azione personale segna a due minuti dal termine e mette al sicuro il successo dei suoi, ancora Amoroso accorcia a tempo scaduto. La Lazio vince, ma l'Udinese dimostra di essere in crescita, tant'è che al termine della stagione, con un finale eccezionale, la banda di Zaccheroni centrerà la prima qualificazione europea della sua storia. L'anno successivo l'Udinese uscita prematuramente dall'Uefa per mano dell'Ajax, e' una squadra che gioca a memoria, e che meritatamente sta lottando addirittura per il secondo posto che porta in Champions League. Nella primavera del 1998, l'Udinese conosce pero' una flessione che tocchera' un punto fondamentale proprio nel match interno contro la Lazio, e che costera' alla fine proprio l'aggancio alla piazza d'onore. Ad Udine la Lazio passa 2-0 con reti di Mancini e Fuser, dominando gli avversari in maniera netta. Va peggio un anno dopo: nulla puo' la formazione guidata da Francesco Guidolin contro la corazzata laziale allenata da Eriksson: 3-0, grazie al rigore di Mihajlovic, al raddoppio di Christian Vieri, al suggello del "solito" Roberto Mancini. Stesso risultato l'anno dopo, con una Lazio ancora piu' competitiva ed ancora piu' padrona del campo. Prodezze di Veron con una volee che finisce all'incrocio dei pali e di Alen Boksic che indovina un altro tiro finito nel sette. L'Udinese tramortita va un po' meglio nella ripresa, ma i biancocelesti che chiudono il conto, direttamente su punzione, con Sinisa Mihajlovic. Nella stagione 2000-2001, la Lazio si presenta al "Friuli" da campione d'Italia in carica. Ed onora il titolo nel migliore dei modi. Il 3-4 con il quale gli uomini di Eriksson si impongono per la quarta stagione consecutiva non da esattamente l'idea del dominio dei biancocelesti sugli avversari. Giornata storta per il difensore dell'Udinese Marco Zamboni: il suo tocco su corner per i laziali genera l'autorete dell'1-0 ospite. Va peggio al capitano Valerio Bertotto al 36': azione biancoceleste in area bianconera, cross, Bertotto scivola sul terreno allentato e tocca di mano, da terra, la palla. Rigore che Hernan Crespo trasforma. Tre minuti della ripresa, ancora Zamboni si lascia sfuggire Salas ed il cileno triplica. Poco dopo una pennellata di Stefano Fiore sembra riaprire in qualche modo il match, ma nuovamente Crespo mette il suggello sull'affermazione esterna dei suoi. Sconfitta dell'Udinese resa un po' meno amara grazie alle reti di Margiotta prima e Sosa poi. E il poker laziale diventa cinquina l'anno successivo. 4-1, ed Udinese che, allenata Hodgson, viene nuovamente surclassata dal tecnico che e' stato l'artefice dei trionfi di pochi anni prima: Alberto Zaccheroni. I romani passano con una doppietta di Crespo e reti di Liverani e dell'argentino Claudio Lopez. Il gol dell'Udinese porta la firma dell'honduregno Caballero. Dopo le parentesi poco felici di Hodgson prima e di Giampiero Ventura poi, l'Udinese svolta e richiama in panchina Luciano Spalletti, protagonista di una salvezza tutt'altro che scontata nella stagione 2000-2001. E la Lazio arriva ad Udine nell'ultima, tesissima giornata di campionato nella quale l'Udinese, un po' a sorpresa rispetto ai pronostici di inizio campionato, si trova a lottare con il Chievo dei miracoli di Gigi Del Neri per un posto in coppa Uefa. L'Udinese, per ritrovare l'Europa deve battere gli avversari e sperare che i veronesi vengano sconfitti nella trasferta in casa di una Juventus gia' laureatasi campione d'Italia. Insomma, non cosi' semplice. L'Udinese e' un mix di tecnica e tenacia, premiata nel secondo tempo. Il rigore di Pizarro e' seguito dal raddoppio del ceco Jankulovski. Claudio Lopez accorcia le distanze per i biancocelesti allenati da Roberto Mancini, ma poco importa, ora l'attenzione e' rivolta a Torino dove sta accadendo di tutto. Una Juventus in vantaggio prima per 2-0 e poi per 3-1 si fa rimontare fino al 3-3. Quando ormai lo stadio "Friuli" sembra rassegnato ad un nuovo spareggio Uefa contro il Chievo dopo quello vittorioso del 1999 proprio contro la Juventus, da Torino arriva la notizia che fa esplodere di gioia il pubblico. Gol del 4-3 juventino in extremis con Zenoni. La coppa Uefa e' di nuovo una splendida realta', ottenuta con merito da chi come Spalletti ed i suoi, non ha mai mollato. Passano pochi mesi, e' l'autunno 2003, e a Spalletti non riesce il bis sulla Lazio, che torna a vincere grazie alle marcature di Bernardo Corradi e Simone Inzaghi. In mezzo, il provvisorio pari segnato da Vincenzo Iaquinta. Udinese champagne contro la Lazio nella stagione 2004-2005, che coincidera' con la prima, storica qualificazione ai preliminari di Champions, 3-0, tutto nel primo tempo, con rigore di Pizarro, Di Michele e ancora Iaquinta. Nella stagione successiva, l'Udinese deve salutare il nocchiero Spalletti, Pizarro e Jankulovski, ma nonostante questo la prima parte della stagione sotto la guida di Serse Cosmi non e' poi cosi' negativa. Contro la Lazio, una delle prove piu' convincenti dell'Udinese nel corso della gestione del tecnico umbro. La Lazio regge nel primo tempo, poi crolla nella ripresa quando a sfondare sono un rigore di Iaquinta, Di Natale e un delizioso pallonetto dell'ex romanista Vincent Candela. Nella stagione 2006-2007 l'Udinese passa attraverso tre fasi di conduzione tecnica: si inizia con Galeone che aveva portato la squadra ad una brillante salvezza l'anno precedente, si prosegue con l'accoppiata Nestor Sensini-Loris Dominissini, per
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MURO ROSSOBLU' E RIGORE SBAGLIATO DA TOTO': TRA UDINESE E BOLOGNA E' 0-0

Termina a reti bianche il match tra Udinese e Bologna disputato allo stadio "Friuli". I bianconeri le hanno davvero tentate tutte per far propria la sfida che rappresentava una delle estreme chiamate per un ipotetico riaggancio alla zona Europa, ma si sono trovati di fronte un Bologna che ha badato al sodo, ha trovato in Curci un estremo difensore di grande affidabilita', ed e' stato assistito anche da un pizzico di sorte favorevole quando Di Natale ha fallito dagli undici metri l'occasione che avrebbe potuto cambiare senso al match. Udinese lodevole sotto il profile dell'impegno e, specie nel primo tempo, delle trame di gioco. Oltre al rigore  fallito al 20' della ripresa, le occasioni migliori per la squadra di Guidolin sono venute nella prima parte della gara, quando Pereyra sottomisura si e' visto bloccare un'interessante conclusione da Curci, Allan ha centrato un palo dalla media distanza, e sempre con un tiro da fuori Lazzari ha colto l'incrocio dei pali. Bologna non pervenuto o quasi: unici sussulti dei felsinei, un diagonale mal indirizzato da Christoudoulopoulos ad inizio ripresa e una punizione di Guarente finita di poco lontano dal palo di destra difeso da Brkic. Le due punte scelte dal tecnico Stefano Pioli, Gilardino e Gabbiadini, hanno risentito dell'assenza per squalifica di un rifinitore come Diamanti e non hanno praticamente mai inciso. All'Udinese il pareggio serve davvero a poco e si hanno due sensazioni. La prima e' che la squadra sinora si sia poggiata troppo sulle invenzioni di  Di Natale. Nella stessa giornata (storta), Toto' sbaglia un rigore, e' poco assistito da un centrocampo dove manca qualita' e manca l'uomo in grado di dettare i ritmi nei match in cui gli avversari stanno solamente rintanati in difesa e affidarsi a contropiede che non vengono mai a materializzarsi e' perfettamente inutile, ed inoltre di domenica in domenica appare piu' evidente che la presenza di Muriel non faccia sentire troppo a proprio agio il capitano. La seconda sensazione e' che, classifica alla mano e constatata la possibilita' di non poter andare oltre ad un pari nella prima delle due partite casalinghe da fare proprie per dare un ultimo senso a questa stagione, il finale di campionato potrebbe essere un lento dover attendere la conclusione del torneo con il raggiungimento di un risultato sicuramente buono ma che, visto un certo ritmo intrapreso ad inizio del girone di ritorno, una volta scomparsi gli impegni europei, poteva far pensare a qualcosa di piu'.

 

LE PAGELLE

 

BRKIC 6. Ordinaria amministrazione, mai veramente impegnato.

BENATIA 6 Gli attaccanti di ruolo del Bologna non lo impensieriscono mai.

DANILO 6,5 Mezzo voto in piu' per la combattivita'

DOMIZZI 6. Pomeriggio relativamente tranquillo per il romano, che si fa notare per l'ormai "tradizionale" ammonizione per proteste.

BASTA 6 Il lottatore di sempre, anche se nel primo tempo sbaglia un po' di piu' rispetto a quelli che sono i suoi livelli, e, ancora una volta, nella ripresa, cala un po' e si dimostra complessivamente meno lucido.

ALLAN 6,5. Niente sbavature a favorire ripartenze avversarie stavolta; in piu', un bel tiro che si stampa sul palo.

LAZZARI 6 Cerca la profondita' all'inizio e crea una delle piu' pericolose occasioni bianconere con una bordata che stampa all'incrocio dei pali; calo vistoso, condito da molti errori nel fraseggio, nel secondo tempo. Ad un certo punto Guidolin non puo' esimersi dal sostituirlo.

GABRIEL SILVA 6. Si inserisce bene negli spazi, ma occorre piu' continuita' sulla fascia e piu' intraprendenza nell'andare sul fondo e crossare, fattori che al brasiliano stanno ancora mancando.

PEREYRA 6. Buona chance ad inizio gara, qualche buona discesa sulla fascia destra, rigore procurator ma poi sciupato dal capitano:  in ogni caso, in questo ruolo il Tucumano appare alquanto sacrificato.

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UDINESE E ROMA SI SPARTISCONO LA POSTA: 1-1 E PREZIOSO PUNTO PER GLI OSPITI

Termina in parita', 1-1, l'atteso anticipo valido per la nona giornata di ritorno del campionato di serie A tra Udinese e Roma. Un punto che sotto certi aspetti puo' andar bene alla Roma che tiene distanziati di tre lunghezze proprio i friulani, che contavano su un ritorno al successo fra le mura amiche per continuare ad alimentare ambizioni di Europa League. Il treno romanista non e' stato cosi' agganciato, la strada che porta all'Europa si fa ancora piu' difficile ma attenzione: pur se in svantaggio, l'Udinese ha saputo cercare e trovare il pari, e poi, pur se in inferiorita' numerica, l'imbattibilita' casalinga dell'undici bianconero, che dura dallo scorso 2 settembre, viene conservata. E' il segno che l'Udinese lotta e che, statene certi, finche' ci sara' il conforto della matematica a tenere viva la fiammella della speranza per il duscorso Europa League, gli uomini di Guidolin non si tireranno indietro. In questo match l'inizio dei bianconeri e' stato buono: gia' al 4' Di Natale in posizione favorevole calcia a botta sicura ma Stekelenburg gli risponde con un bell'intervento in corner. Poi la Roma prende le misure, e al 20' passa in vantaggio: errore in disimpegno di Gabriel Silva, Totti recupera e crossa, primo colpo di testa sulla traversa di Florenzi, tape-in vincente di Eric Lamela per l'1-0 giallorosso. La reazione bianconera e' volenterosa ma sterile per tutto il primo tempo ed anche nei minuti iniziali della ripresa, fino al 17': Muriel scende sulla sinistra e dopo una serie di finte indovina una traiettoria in diagonale che lascia di stucco tutti, Stekelenburg per primo. C'e' il tempo per assistere ad una clamorosa topica colta dall'arbitro Guida di Torre Annunziata. Intervento inesistente di Heurtaux su Torosidis che fa simulazione, ed invece del giallo al greco e' il francese a vedersi sventolare il rosso diretto per la doccia anticipata. La Roma nel frattempo ha tolto un positivo Totti per far posto ad Osvaldo, che proprio nel finale sbaglia un occasione facile facile che avrebbe potuto permettere agli ospiti di vincere staccando in maniera considerevole e forse definitiva gli odierni avversari.
 
LE PAGELLE
 
UDINESE
 
BRKIC 6. Bravo nel primo tempo a chiudere su Florenzi, ha una parte di merito nell'impressionare in uscita Osvaldo nell'occasione in cui la Roma ha un autentico match-ball poi buttato al vento. Frattanto l'estremo difensore serbo continua a non convincere su due fondamentali imprescindibili per i portieri del Duemila: la giocata con i piedi, nella quale egli dimostra ancora di avere delle lacune, specie se messo sotto pressione dagli avversari, ed il rinvio con le mani. In uno di questi la Roma riconquista pericolosamente palla sulla trequarti. 
HEURTAUX 6. Svolge diligentemente il proprio compito, e non ha nessuna colpa nel momento in cui l'arbitro Guida, tratto in inganno dalla simulazione di Torosidis, lo caccia dal campo.
DANILO 6,5 Da' sicurezza al reparto e se la cava con mestiere in un paio di circostanze su Totti.
DOMIZZI 6 Prova positiva, anche se da capitano in pectore dopo l'uscita di Di Natale nel finale, dovrebbe dare maggior sprone ai compagni nel cercare la vittoria.
BASTA 6 Con gente dai piedi buoni come Totti e Lamela, era opportuno proteggere gli sganciamenti di Badu spostando Dusan in posizione arretrata. Il serbo fa bene nel primo tempo, ma cala vistosamente alla distanza.
BADU 5,5 Bene quando si propone sul lato destro, meno positivo per il fatto che in una serata come questa uno come lui potrebbe tentare il tiro da lontano che diventa sempre di difficile lettura su un terreno viscido, cosa che il ghanese non fa.
ALLAN 5.5. Ancora qualche leziosita' di troppo in fase di disimpegno.
GABRIEL SILVA 5,5. Voto negativo non tanto per l'errore che consente poi alla Roma di ricostruire e segnare, quanto per una spinta propositiva sulla sinistra che manca del tutto.
MAICOSUEL 6. Gara di buon impegno la sua.
MURIEL 6. Un'ora e piu' di nulla, poi il lampo che rimedia ad una situazione di svantaggio per i bianconeri.
DI NATALE 6. Un'occasione dopo pochi minuti in cui Stekelenburg gli risponde alla grande, poi una costante propensione a voler proporre con precisione delle aperture per i compagni, pur avendo di fronte una retroguardia romanista molto attenta.
PEREYRA 5,5. L'argentino avrebbe tempo e modo di incidere per un andamento diverso della gara, ma questo non avviene.
ANGELLA 6. Al contrario di Pereyra, il cui ingresso non lascia il segno, si dimostra utile quando la difesa si ritrova orfana di Heurtaux espulso.
RANEGIE s.v. Minuti finali disputati al posto di un Di Natale che ormai ha speso tutto.
 
ROMA
 
STEKELENBURG 6. Intervento decisivo su Di Natale ad inizio gara, un po' sorpreso come tutta la difesa sulla conclusione di Muriel che fissa il pari.
PIRIS 5,5. Non si prende cura di Muriel nell'occasione in cui il colombiano penetra in area e da posizione defilata beffa tutti per l'1-1 bianconero.
BURDISSO 6,5. Da il proprio contributo di esperienza e sicurezza al reparto.
CASTAN 6 Si da da fare sulla sua fascia di competenza dove Badu ed un Basta schierato in posizione arretrata non gli creano grossi grattacapi.
TOROSIDIS 5,5. Se e' vero -come disse a suo tempo l'ex arbitro ed ex designatore arbitrale Paolo Casarin- che i simulatori vanno puniti per il fatto di indurre l'arbitro in errore, allora si puo' proprio dire che il greco la combina grossa: non viene minimamente toccato da Heurtaux in occasione dell'azione che costa un ingiusto rosso al francese.
DE ROSSI 5,5. Abbastanza bene sul lavoro oscuro a centrocampo, ma nel primo tempo sciupa un'importante chance, ciabattando a lato.
FLORENZI 6. Elemento che con i suoi inserimenti e' sempre in grado di dar fastidio agli avversari, anche lui ha sulla coscienza un'occasione non sfruttata nel primo tempo.
MARQUINHO 6 Per lui una buona spinta per limitare la fase propositiva degli avversari.
PERROTTA 6. Valida mossa di Andreazzoli per proporre un palleggiatore che alla Roma serve proprio perche' l'Udinese soffre quando l'avversario accentua il possesso palla.
TOTTI 7. Sprazzi di una classe che non conosce eta'. Dal suo piede parte l'assist per l'azione del temporaneo vantaggio giallorosso, prima ancora serve a Florenzi un pallone al bacio non sfruttato dal compagno, e comunque quando la palla e' in suo possesso la Roma diventa potenzialmente sempre pericolosa. Probabilmente Andreazzoli commette l'errore di toglierlo un po' troppo presto, e quasi a voler ammonire il tecnico giallorosso per questa sua scelta, di li' a pochi minuti l'Udinese perviene al pareggio.
LAMELA 7. Altro elemento di grande prospettiva. Il suo moto perpetuo, unito ad un evidente tasso tecnico, ne fanno uno degli elementi migliori del complesso romanista, in questa partita come per il futuro.
OSVALDO 4,5. Al 90' ha la palla che puo' definitivamente mandare ko l'Udinese e la sbaglia in maniera scellerata. In piu' reclama un rigore che non c'e' e si fa giustizia da solo commettendo una brutta scorrettezza su un avversario che l'arbitro non vede.
PEREZ s.v. Minuti finali per dar manforte ai compagni e portare a casa il risultato positivo.
 
ARBITRO GUIDA 4. Il fischietto di Torre Annunziata e' il peggiore in campo. Gia' irritante per le ammonizioni per simulazione comminate prima a Maicosuel e poi a Domizzi, non vede e dunque non sanziona la vera simulazione della serata, quella di Torosidis, tramutandola in fallo (inesistente) da rosso diretto sventolato ad Heurtaux. Agendo in maniera cosi' sconsiderata si finisce con il condizionare pesantemente le gare. Inoltre non vista e non punita la scorrettezza di Osvaldo ai danni di un avversario, motivata dal volersi fare giustizia da solo dopo un presunto rigore non concessogli.
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Analisi storica di Udinese Roma

Questa sera Udinese e Roma anticipano per la 9. giornata di ritorno di serie A: i friulani provano a dar seguito alla vittoria di Pescara per una accoppiata di partite, quella di stasera e quella della settimana prossima a Catania, che diranno molto se non tutto sulle possibilita' di aggancio al treno europeo da parte della squadra di Guidolin; i giallorossi proveranno addirittura ad infilare la quarta vittoria consecutiva della gestione Andreazzoli, non volendo perdere di vista il terzo posto che il Milan ha rinforzato dopo il successo esterno di ieri sera in casa del Genoa. Vediamo nel frattempo di ripercorrere nel tempo cio' che negli ultimi decenni e' stato Udinese-Roma per i match giocati allo stadio "Friuli". Doveroso ricordare l'1-1 della stagione 1982-83: sia perche' l'Udinese allenata da Enzo Ferrari fece un'ottima impressione di fronte a quella Roma che si sarebbe cucita a fine stagione il secondo scudetto della propria storia, sia perche' a rispondere alla rete dell'iniziale vantaggio romanista siglata da Paulo Roberto Falcao, fu un jolly di centrocampo mai dimenticato in Friuli, il croato Ivica Surjak. A fine stagione, Surjak verra' inserito gioco forza nella lista dei partenti perche' l'Udinese ha in canna il colpo di mercato che nessuno si aspetta: dopo un lungo braccio di ferro instaurato con la Federazione Gioco Calcio e memorabili discese in piazza del popolo friulano, sbarchera' ad Udine il brasiliano Zico. Che sara' protagonista indiscusso del precedente disputato al cospetto dei campioni d'Italia in carica. Si da molto risalto a questa sfida anche perche' dei 22 protagonisti in campo, quattro sono brasiliani e tutti, in tempi diversi, vestono o hanno vestito la maglia delle nazionale verdeoro: Zico ed il difensore Edinho nell'Udinese, Falcao e Toninho Cerezo per quanto riguarda la Roma. La partita e' avvincente, ricca di capovolgimenti di fronte, e si risolve a cinque minuti dal termine, proprio trenta secondi dopo una miracolosa parata del portiere friulano Fabio Brini su colpo di testa di Pruzzo che pareva destinato alla rete. Con le mani Brini serve Causio, che vede Zico avanzare in profondita'. La traiettoria disegnata dal "barone" ex juventino diventa manna per l'asso carioca che di controbalzo anticipa il difensore e batte imparabilmente il portiere Tancredi. Il "Friuli" stracolmo di gente esplode, diventa una bolgia. L'Udinese si assicura la vittoria, un successo che rimarra' ben impresso nella memoria dei supporter bianconeri. Nelle stagioni successive, la Roma ringiovanisce la panchina salutando un'istituzione come Nils Liedholm, ma non cambia credo tattico affidandosi al piu' giovane connazionale Sven Goran Eriksson, dato in grandissima ascesa. Nelle stagioni in cui "l'allenatore gentiluomo", cosi' e' soprannominato, siede sulla panchina giallorossa ed incrocia i bianconeri ad Udine, sono due vittorie con identico punteggio: 2-0. Nella prima occasione, Eriksson veste il ruolo di direttore tecnico, col toscano Roberto Clagluna in panchina. Siamo nell'aprile 1985, e per un Zico sempre piu' tentato dal ritorno in Brasile, questa potrebbe essere una delle ultime occasioni di esibirsi di fronte ad un pubblico che nonostante la sua saudade ed una classifica molto al di sotto delle aspettative -l'Udinese sta lottando per salvarsi- non ha smesso e non smettera' mai di amarlo. Ma per il Galinho la partita dura davvero poco: intervento durissimo del difensore Ubaldo Righetti sulle caviglie del brasiliano, Paolo Casarin, arbitro dell'incontro, fischia la punizione ma non estrae nemmeno il cartellino giallo, e Zico e' costretto all'abbandono per infortunio. La Roma approffitta di una cosi' importante assenza tra le fila avversarie e passa nella ripresa, reti di Pruzzo a meta' frazione e Chierico nel finale, inframmezzati da due interventi sospetti in area giallorossa, uno su Selvaggi e l'altro su Miano. Se nel match dell'aprile 1985 l'Udinese da battaglia, le cose vanno ben diversamente nella sfida della stagione successiva. Una Roma dal gioco brillante e moderno passa su quel che rimane di una nave bianconera capitata ormai in un clima da mare in tempesta, con il condottiero, il brasiliano Luis Vinicio, prossimo a gettare la spugna ed abbandonarne il timone. Segnano Boniek e Pruzzo, il presidente dell'Udinese Mazza tenta di convincere Vinicio a restare, cosa che avviene, ma giusto poche settimane piu' tardi ci sara' l'avvicendamento con Giancarlo De Sisti. La Roma prosegue spedita nel suo inseguimento alla Juve capolista, rincorsa che si interrompera' bruscamente ad un passo dal sognato sorpasso, in una ben nota partita casalinga persa malamente di fronte ad un Lecce gia' retrocesso. E gli spettri di quella sconfitta la Roma li rivedra' proprio ad Udine nella primavera del 1987. Cambia l'antagonista, che stavolta e' il Napoli di Diego Maradona, ma la Roma veste ancora una volta i panni del cacciatore che e' sul punto di agguantare la lepre in fuga. L'Udinese e' ormai retrocessa: troppi i nove punti di penalizzazione inflitti per il coinvolgimento nel calcio scommesse, per poter raggiungere la salvezza. Ma "Picchio" De Sisti ed i suoi sono grandi professionisti, ed intendono onorare il campionato senza fare sconti a nessuno. La partita sembra mettersi bene per la Roma, che dopo 10 minuti dal fischio d'inizio passa con Sebino Nela. Ma l'Udinese ribatte colpo su colpo, e nella ripresa ribalta contro ogni pronostico il risultato. Pareggia Ciccio Graziani, poi, a sette minuti dal termine, con un sorprendente pallonetto, Massimo Storgato fa 2-1 per i suoi. Addio scudetto giallorosso, a Napoli si attende il conforto della matematica per brindare al primo titolo, ma sara' solo questione di poche settimane. L'Udinese rivede il palcoscenico della A nell'agosto del 1989, ed il nuovo debutto avviene proprio contro la Roma. I bianconeri che si sono convertiti al credo zonarolo sotto la guida di Bruno Mazzia, partono senza timori reverenziali, si conquistano un rigore che Fulvio Simonini si fa parare dal portiere Cervone, vengono immediatamente puniti da Tempestilli che di testa realizza il vantaggio esterno dei giallorossi, ma poi, nel finale di tempo, di testa, Simonini si fa perdonare l'errore precedente e fa 1-1, che sara' anche il risultato finale del match. La stagione sara' avara di soddisfazioni per entrambe: la Roma finira' lontana dalle prime, e l'Udinese, per un solo punto, retrocedera' in B. Altre due stagioni nel purgatorio della serie cadetta, cosi' che friulani e capitolini tornano a sfidarsi nel gennaio 1993. Una partita davvero in controtendenza rispetto a quello che e' il ruolino di marcia interno dell'Udinese di quella stagione. Se e' vero che i bianconeri guidati in panchina da Albertino Bigon costruiscono in casa la faticosa salvezza conquistata quell'anno a spese del Brescia, e' altrettanto vero che una Roma annunciata in crisi, nella quale il tecnico Vujadin Boskov e' ben lontano dai fasti che l'avevano visto protagonista scudettato con la Sampdoria, riesce ad infliggere ai suoi avversari una delle poche battute d'arresto interne di quell'annata. Protagonista assoluto e' l'attaccante della Roma Ruggiero Rizzitelli: e' lui a firmare la doppietta che regala il successo ai suoi -finale 2-1- ed e' sempre lui, con un intervento maldestro, a causare l'autorete che porta l'Udinese al momentaneo pareggio. Passano pochi mesi, siamo a settembre del 1993, ed Udinese-Roma vede una delle poche apparizioni, sulla panchina dello stadio Friuli, nel ruolo di direttore tecnico dei bianconeri, di Azeglio Vicini, ex allenatore della nazionale azzurra. L'Udinese attacca, ma non sfonda: finisce 0-0. In due uscite casalinghe Vicini ha collezionato 1 punto e 0 gol segnati: la dirigenza comincia  a dare segnali di incertezza sulla scelta effettuata, ed infatti l'avventura del tecnico romagnolo in Friuli durera' ancora poche settimane. Anche queste controverse vicissitudini in panchina saranno alla base della retrocessione, l'ultima sul campo sino ad oggi, che si materializzera' a fine torneo, il 1 maggio 1994. Ma l'Udinese impiega solo un anno per la risalita in A, ed il 3 dicembre 1995 e' gia' tempo di un nuovo Udinese-Roma. L'Udinese del giovane neo-tecnico Alberto Zaccheroni e' la rivelazione del campionato, trascinata da un gioco che vede nel collettivo il proprio punto di forza e neel tedesco Oliver Bierhoff un terminale offensivo formidabile. Proprio Bierhoff porta in vantaggio l'Udinese a meta' ripresa; la Roma di Carletto Mazzone, poco produttiva lontano dalle mura amiche, cinge d'assedio l'Udinese nel finale di gara, e pareggia a tempo scaduto grazie ad una rete di un altro indimenticato ex, l'argentino Abel Balbo, che in segno di grande rispetto verso i suoi vecchi tifosi, non esulta al momento della rete che sancisce il definitivo 1-1. Il precedente del gennaio 1997, ultima giornata del girone d'andata di quel campionato, vede la vittoria in extremis degli uomini di Zaccheroni ai danni dei giallorossi guidati dal tecnico argentino Carlos Bianchi ormai in odore di esonero: rete vincente di Paolo Poggi. Pur usciti vincitori, i bianconeri sono ancora una crisalide rispetto alla magnifica farfalla che uscira' in primavera e schiudera' le ali per volare verso il primo storico tragurado europeo, conquistato proprio a Roma nella vittoriosa partita di ritorno. Di bene in meglio, per la scatenata banda-Zaccheroni, nella stagione 1997-98: il 4-2 inflitto ai giallorossi allenati da Zeman corrobora lo splendido terzo posto che i bianconeri si assicurano a fine stagione. A segno Bierhoff, Totti, Calori, e ancora Totti per il momentaneo 2-2. Decidono la sfida un incredibile pallonetto di Paolo Poggi, scagliato molto lontano dalla porta e una rete in mischia di Bierhoff nel finale. Decisamente piu' arroventato e intriso di polemiche il precedente successivo, della primavera del 1999. Il campionato della Roma e' altalenante, l'Udinese guidata da Francesco Guidolin, dopo un girone d'andata difficile, sta uscendo con un ritmo decisamente piu'alto impresso a partire dal girone di ritorno. La partita dei bianconeri si fa dura perche' gli ospiti si portano in vantaggio con Fabio Junior. Quando si e' ormai oltrepassata la meta' del secondo tempo, Guidolin decide di giocarsi la carta del danese Martin Jorgensen, partito dalla panchina. E' la mossa che  cambia la gara, perche' il biondo trequartista da nuova linfa e ritmo alla manovra dei suoi, che sbagliano un rigore con il brasiliano Amoroso che calcia alto. Tutto finito? No, perche' proprio Jorgensen pareggia a pochi minuti dal termine e poco dopo, per un tiro di Amoroso deviato col braccio (o con il corpo?) da Aldair, l'arbitro assegna un nuovo rigore all'Udinese che stavolta Amoroso trasforma. I giocatori giallorossi, l'allenatore Zeman, la dirigenza sono su tutte le furie per questo arbitraggio definito senza mezzi termini scandaloso. Dalla stagione 1999-2000, in panchina comincia per la Roma l'era Capello: nelle sfide esterne contro l'Udinese questo cambio porta benefici effetti, con due successi consecutivi: 2-0 nel 1999-2000 grazie ad una doppietta dell'indemoniato ex Marco Delvecchio, e 3-1 nella stagione dell'ultimo scudetto della Roma. A firmare una decisiva affermazione dei romani sulla strada che porta al titolo sono Vincenzo Montella, Damiano Tommasi ed il giapponese Hidetoshi Nakata, con tre reti tutte di pregevole fattura. La rete della bandiera dell'Udinese e' messa a segno dall'argentino Sosa. La Roma che nella stagione 2001-2002 finira' seconda ad un punto dalla Juventus nell'ormai noto finale del 5 maggio con doppio sorpasso ai danni dell'Inter, non va oltre il pari nel match giocato ad Udine a gennaio 2002. L'Udinese e' gestita in panchina da Giampiero Ventura, subentrato a novembre a Roy Hodgson, non naviga in una buona posizione di classifica e sa che contro una corazzata come quella di Capello dovra' fare partita d'attesa cercando di colpire in contropiede. Ed e' cio' che avviene grazie al gol del sorprendente vantaggio dei locali con David Di Michele inseritosi  sul filo dell'offside e bravo a battere Antonioli in uscita. Una squadra di rango come la Roma non ci sta e perviene al pari, ad otto minuti dal termine con Batistuta. Gli ospiti tentano addirittura il colpaccio, ma la difesa friulana regge, e questo sara' un punto fondamentale nella conquista di una sudata salvezza, avvenuta alla penultima giornata con un successo a Lecce, e maturata al tirar delle somme grazie ad una classifica avulsa favorevole all'Udinese. Ventura a fine stagione non sara' confermato, perche' la dirigenza dell'Udinese ha gia' deciso di riaffidare la squadra alle cure di Luciano Spalletti, gia' protagonista dell'approdo alla salvezza nella stagione 2000-2001, quando il tecnico di Certaldo aveva preso il posto, per l'ultima parte di campionato, di Luigi De Canio. Il 23 febbraio 2003, battendo la Roma per 2-1, l'Udinese avanza ufficialmente la propria candidatura per un posto in Europa: dopo una corta ribattuta del portiere giallorosso, il sempreverde Nestor Sensini infila l'1-0. Ad inizio ripresa e' Montella a raggiungere la parita', ma un imperioso stacco di Vincenzo Iaquinta regalera' il definitivo successo alle zebrette. Lotta, ma esce sconfitta l'Udinese nel match d'apertura del campionato successivo, nell'agosto del 2003: vantaggio romanista con Delvecchio, immediato pareggio del difensore danese Per Kroldrup, gol della vittoria giallorossa ancora con quella che sembra essere diventata una sorta di "bestia nera" dei friulani: Vincenzo Montella. Scintille nel successivo match disputato allo stadio "Friuli", datato 10 aprile 2005: l'Udinese e' lanciatissima verso la conquista di un posto ai preliminari di Champions League, la Roma deve addirittura lottare per non retrocedere, tanto che per rimediare ad una situazione di grande criticita' e' stato chiamato in panchina un simbolo della storia giallorossa quale Bruno Conti. Una Roma decimata da infortuni e squalifiche e scesa in campo con piu' di qualche componente della formazione "Primavera" mette alle corde l'Udinese costringendola al pari per 3-3. Ad un certo punto le reti di Chivu e Montella portano gli ospiti addirittura sul 2-0: la reazione bianconera e' rabbiosa, due gol in cinque minuti prima con Di Natale e poi con Pinzi ed il 2-2 e' cosa fatta. Amantino Mancini a fine primo tempo porta nuovamente avanti i suoi, ma l'assedio portato dall'Udinese nel secondo tempo frutta il definitivo 3-3 grazie a Di Michele. A fine stagione, la Roma non solo si salva, ma la dirigenza, con un blitz messo a segno dall'amministratore delegato Rosella Sensi, strappa proprio all'Udinese il tecnico Luciano Spalletti. Che stecca si' alla prima di fronte ai nuovi tifosi e proprio nel match che vede l'Udinese del nuovo tecnico Serse Cosmi presentarsi sul terreno dello stadio "Olimpico", ma che si rifa' con gli interessi nella partita di ritorno, nel giorno in cui la tifoseria udinese gli riserva un'accoglienza al calor bianco, soprattutto per quelli che sono stati i retroscena del suo improvviso abbandono di Udine per sposare la causa capitolina. La Roma domina un'Udinese allo sbando, che dimostra di non aver ancora assorbito l'amara eliminazione in Champions League per mano del Barcellona. 4-1 il finale, che al di la' di due rigori a favore degli ospiti e messi a segno da Chivu e Mancini, ci sta tutto. Sempre Mancini e Daniele De Rossi completano il tabellino romanista, con una sconfitta friulana che il gol messo a segno da Toto' Di Natale non riesce a rendere meno amara. Nell'autunno del 2006, un gol di Matteo Ferrari e' sufficiente per permettere alla Roma di espugnare ancora una volta il terreno del "Friuli". Poi, dalla stagione 2007-2008, inizia sulla panchina friulana l'era del tecnico siciliano Pasquale Marino. La gara disputata il 13 aprile 2008 e' molto importante sia per l'Udinese, che vincendola potrebbe vedersi dischiudere insperati orizzonti di Champions, sia per la Roma, che culla ancora ambizioni di scudetto da contendere all'Inter. Al 7' della ripresa, la partita sembra volgere a favore dei padroni di casa: Di Natale si inserisce sotto porta e segna. Addirittura una discussione fra Taddei e il portiere Doni subito dopo questo gol subito pare essere il segnale di una Roma destinata a liquefarsi a breve. Invece la formazione ospite si ricompatta, trova di li' a dieci minuti il pareggio con Vucinic, e sale in cattedra. Su un'azione contestata la Roma protesta platealmente con Totti che manda senza mezzi termini a quel paese l'arbitro Rizzoli, con tanto di chiara documentazione televisiva. Nulla di fatto, poi i giallorossi ribaltano la situazione con un gol di Taddei, e, con l'Udinese vanamente protesa alla ricerca del pari, colpiscono in contropiede per la terza volta, al 90' con Ludovic Giuly. Dunque, tre partite da ex per Spalletti e tre vittorie. Un filotto che si interrompe nella stagione 2008-2009. L'Udinese e' in buona condizione, al contrario i rapporti tra i giocatori della Roma ed il suo allenatore si sono fatti difficili. Fatti che trovano diretta conferma dal campo. Un rigore di Di Natale, il raddoppio con Floro Flores da posizione molto angolata, il terzo gol nella ripresa ancora con un travolgente contropiede di Di Natale sanciscono un netto successo friulano, con la Roma che non salva l'onore nemmeno col gol del solito Totti. La stagione avra' per le due compagni un esito molto diverso dagli scenari che si potevano ipotizzare dopo quel match. Una Roma in crisi confermera' Spalletti e sapra' raggiungere il sesto posto finale e dunque la qualificazione Uefa; poco tempo dopo quell'entusiasmante prestazione, invece, l'Udinese di Marino imbocchera' a sua volta il tunnel della crisi, conquistando nella fase centrale del torneo appena 3 punti in 11 gare, ritrovando smalto a primavera con 7 vittorie -delle quali sei consecutive- negli ultimi otto turni di campionato. Questa tardiva rimonta non consentira' comunque a Di Natale e compagni di conquistare l'Europa, proprio a vantaggio dei giallorossi. Nella stagione successiva, Udinese e Roma si affrontano in un momento che per entrambe e' poco positivo. La spunta l'Udinese, che va in vantaggio con Floro Flores, si fa raggiungere da De Rossi, e sigla il gol della vittoria ancora con Floro a otto minuti dal termine. Marino, esonerato a Natale 2009 e richiamato sei settimane piu' tardi dopo il breve interregno di Gianni De Biasi, paga con il definitivo commiato da Udine la stagione negativa ma soprattutto un rapporto che con la societa' ed una parte dello spogliatoio e' ormai logoro. Al suo posto, torna, a distanza di 11 anni Francesco Guidolin. Che parte malissimo, un punto nelle prime cinque giornate, ma che nella primavera 2011, nel momento in cui c'e' da affrontare la Roma al "Friuli" ha portato la sua squadra a lottare per un posto ai preliminari di Champions League. Lo stesso obiettivo della squadra della capitale, che nel corso della stagione ha salutato il tecnico Claudio Ranieri sostituendolo con Vincenzo Montella. Se il primo tempo si chiude con uno 0-0 che e' figlio dei tatticismi di entrambe le contendenti, di ben altro spessore e' la ripresa. Un nervoso Pinzi -che da buon ex laziale sente sempre molto le gare disputate contro l'altra squadra della sua citta' d'origine-sgambetta ingenuamente un avversario causando il rigore: Totti si presenta dal dischetto e concede una gustosa quanto beffarda riedizione dell'esecuzione messa in mostra nel famoso Italia-Olanda dei campionati europei del 2000. "Cucchiaio"  di folle genialita' e portiere Handanovic messo a sedere. Ma l'Udinese non ci sta: sa che anche un punto puo' essere utile nella rincorsa alla Champions e si getta con convinzione alla ricerca del pari. Che ottiene meritatamente a quattro minuti dal termine: centro di Corradi, inserimento di Di Natale e pareggio tra il tripudio generale. Ma le emozioni non sono finite: ad un minuto dal termine su azione susseguente a calcio piazzato, un giocatore bianconero viene scaraventato a terra in area, nel parapiglia sbuca la testa bionda del giovanissimo neo-entrato attaccante ceco Matej Vydra che mette dentro per quello che sembra essere il gol del sorpasso. Niente da fare: i giallorossi hanno invocato un inesistente fuorigioco, venendo ascoltati, ma la decisione dell'arbitro Damato e' due volte sciagurata: non ha fischiato fallo da rigore, dando regola del vantaggio e quindi il gol di Vydra andava convalidato, ed il fuorigioco segnalato con molto ritardo e' stato smentito dalle immagini del dopo-partita. Ed oltre al danno, la beffa finale. Sull'ultima azione della partita, al 94', c'e' un fallo laterale per la Roma causato da un rinvio impreciso dell'esterno destro Cuadrado. Lo stesso laterale colombiano si dimentica di una delle regole basilari del calcio, ovvero: un giocatore che si trovi oltre la linea difensiva avversaria, se lanciato in questa posizione da rimessa con le mani, non puo' in nessun caso essere considerato in offside. Pertanto Taddei e' libero di crossare dal fondo per Totti, che da posizione favorevolissima non sbaglia regalando i tre punti alla Roma. Inutile dire che in casa bianconera esplode la rabbia per gli episodi del concitato finale, in un campionato che in ogni caso vedra' al termine del torneo gli uomini di Guidolin centrare l'ambito quarto posto e la qualificazione ai preliminari di Champions. E si arriva infine all'ultimo precedente giocato in Friuli, quello dell'autunno 2011. Guidolin contro Luis Enrique, ovvero la solida tradizione di un certo modo di interpretare il calcio contro quella che vorrebbe essere una visione personalizzata del cosiddetto "tiqui taca" messo in atto dal Barcellona di Pep Guardiola. Partita molto tattica, l'Udinese attende l'avversario, la mossa che si rivela vincente sul fronte bianconero e' quella di sacrificare un elemento come lo svizzero-kosovaro Almen Abdi in marcatura diretta su un'importante fonte del gioco romanista come Daniele De Rossi. Una volta depotenziata questa fonte,  l'Udinese puo' colpire al momento giusto con la sua arma migliore, le ripartenze. In una di queste, a dieci minuti dalla fine, su un lancio in profondita', Toto' Di Natale sfugge al diretto controllore Simon Kjaer e con una perfetta vole' batte imparabilmente il portiere olandese Stekelemburg. La Roma cerca disperatamente il punto della parita', ma si espone ai letali contropiede avversari. Al 90' i padroni di casa chiudono il conto: velocissima ripartenza di Pablo Armero sulla fascia sinistra, assist perfetto sull'altro lato per il cileno Isla che ha seguito l'azione, e pallone che non chiede altro se non di essere spinto in rete. L'Udinese vince 2-0 e si assesta definitivamente nelle zone altissime della graduatoria. Questa sera gli ingredienti per un bell'incontro ci sono tutti: unica incognita il probabile terreno pesante, ma quando a fare da primattori saranno due "giovanotti" -71 anni in due!- che rispondono ai nomi di Antonio Di Natale e Francesco Totti, e' scontato che debba essere lo spettacolo a farla da padrone.
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