UDINESE-LAZIO: SPETTACOLO, GOL, ROCAMBOLESCHI FINALI
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- Categoria: Udinese
- Pubblicato Sabato, 20 Aprile 2013 15:23
- Scritto da Sergio Salvaro
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Udinese-Lazio, atto terzo: perche' per il terzo anno consecutivo questa sfida rappresentera' un importante crocevia nella lotta per un piazzamento in Europa. Le due squadre in questa stagione hanno comunque portato un vento di novita'. La Lazio, in forza della scelta tecnica caduta sul bosniaco Vladimir Petkovic autentica rivelazione del torneo perche' scommessa proveniente da un campionato cosi' diverso come quello svizzero, e l'Udinese che, nonostante una significativa campagna acquisti in uscita dopo il terzo posto dello scorso anno, si ritrova comunque a battersi per l'Europa League, per di piu' contando su una squadra titolare che, nell'ultima vittoriosa trasferta a Parma, contava sei elementi su undici nati dopo il 1990. E in attesa di capire come finira', volgiamo il nostro occhio al passato. Quasi 29 anni fa, il 29 aprile 1984, l'Udinese di Zico colse al "Friuli" una vittoria che tenne, per poco, ancora aperta la porta della speranza per una qualificazione Uefa dei bianconeri. Un'autorete del brasiliano Batista e proprio Zico grazie ad una travolgente azione in contropiede griffarono quel successo, vanificato poi in chiave europea dalle due successive sconfitte consecutive negli ultimi due turni di campionato, contro Napoli e Milan. Memorabile, quantomeno nelle proporzioni e nella prestazione offerta, il 5-0 del 23 settembre 1984: Galparoli, Zico, Selvaggi, Mauro e Carnevale seppellirono la Lazio del presidente Giorgio Chinaglia sotto il diluvio. La Lazio dopo quella stagione sarebbe retrocessa, e per ritrovare le due squadre incrociarsi a livello di serie A occorrera' attendere il dicembre 1989. La Lazio, alla sua seconda stagione consecutiva di A dopo gli anni bui della cadetteria, procedeva nel suo cammino di crescita volto alla conquista di un posto in Europa. L'Udinese di quell'anno invece sposava la tendenza "zonarola" scatenata dai trionfi di Sacchi al Milan. Ma proprio il match interno con la Lazio costituira' la fine del sogno di andare ad imitare mondi e modelli ben lontani dalla realta' friulana. La Lazio infatti si impone nel finale di gara grazie ad una autorete di Vanoli ed un gol di Gabriele Pin, e per il tecnico dell'Udinese Bruno Mazzia, sara' esonero, decretato subito dopo Natale, con conseguente accantonamento di un certo tipo di progetto. Gli subentrera' Rino Marchesi, che non riuscira' a portare l'Udinese alla salvezza. Cosi' Udinese e Lazio si ritrovano di fronte al "Friuli" ad inizio primavera del 1993, in uno 0-0 che costituisce uno dei punti piu' mediocri nel novero delle spumeggianti prestazioni interne dell'Udinese di quel campionato. Vera attrattiva del match, la presenza nelle file laziali, anche perche' elemento non costante ne' caratterizzante di quel campionato, di uno degli elementi di maggior spicco ed esborso del sodalizio capitolino nella campagna acquisti dell'estate precedente: l'inglese Paul Gascoigne. Che in quell'incontro, un po' come in buona parte della stagione biancoceleste, non lascia traccia di se. Di ben altro spessore e' il match del 13 marzo 1994. Un'Udinese che sta lottando per non retrocedere e che Adriano Fedele ha rivitalizzato nel girone di ritorno, deve battersi con una Lazio che il patron Sergio Cragnotti sta costruendo in modo tale da renderla una delle protagoniste del campionato. La partita e' spettacolare nel primo tempo: segnano Borgonovo, risponde l'olandese Aaron Winter, raddoppia Fausto Pizzi su calcio di rigore, Lazio ancora in parità grazie al capitano Beppe Signori. Sembra solo l'inizio per una sarabanda del gol, invece alla fine il risultato resta di 2-2, per una delle tante mancate vittorie di quella stagione che alla fine, per un punto, condizioneranno e condanneranno la formazione friulana all'ultima retrocessione della sua storia. Udinese e Lazio nuovamente di fronte nel febbraio 1996, e di questa partita c'e' un particolare curioso da ricordare. La Lazio allenata da Zeman va sotto dopo dieci minuti. La squadra friulana guidata sapientemente in panchina da Alberto Zaccheroni approfitta di un autogol del difensore laziale Paolo Negro. L'Udinese preme alla ricerca del gol sicurezza, ma il risultato resta inchiodato sul minimo scarto a favore dei bianconeri quando si arriva al 90' ed al curioso episodio menzionato in precedenza. Quell'11 febbraio di 17 anni fa segna la giornata d'esordio delle famose lavagnette luminose per la segnalazione, da parte dei direttori di gara, dei minuti di recupero concessi al termine del primo tempo e a fine gara. A novantesimo scoccato, l'arbitro di quel giorno, il marchigiano Daniele Tombolini, oggi opinionista televisivo, assegna, tra lo stupore generale, ben sei minuti di recupero. E quasi allo scadere di tutto questo tempo addizionale, gli ospiti pervengono al pareggio grazie ad un bolide dalla distanza di Diego Fuser che si insacca all'incrocio dei pali. Che la Lazio sia avversario difficile da affrontare per I bianconeri lo confermano le sfide giocate al "Friuli" nelle stagioni successive. Il 3-2 con il quale la compagine romana sbanca Udine nel gennaio 97 e' intriso di polemiche. Signori per due terzi di partita fa il bello e il cattivo tempo realizzando una doppietta che a mezz'ora dalla fine porta la Lazio sul doppio vantaggio, poi si scatena il brasiliano Amoroso, che realizza un rigore al 79' e viene letteralmente abbattuto in area da un difensore laziale poco dopo, ma l'arbitro non ha il coraggio di decretare un secondo penalty a pochi minuti di distanza dal primo. Nedved con una bella azione personale segna a due minuti dal termine e mette al sicuro il successo dei suoi, ancora Amoroso accorcia a tempo scaduto. La Lazio vince, ma l'Udinese dimostra di essere in crescita, tant'è che al termine della stagione, con un finale eccezionale, la banda di Zaccheroni centrerà la prima qualificazione europea della sua storia. L'anno successivo l'Udinese uscita prematuramente dall'Uefa per mano dell'Ajax, e' una squadra che gioca a memoria, e che meritatamente sta lottando addirittura per il secondo posto che porta in Champions League. Nella primavera del 1998, l'Udinese conosce pero' una flessione che tocchera' un punto fondamentale proprio nel match interno contro la Lazio, e che costera' alla fine proprio l'aggancio alla piazza d'onore. Ad Udine la Lazio passa 2-0 con reti di Mancini e Fuser, dominando gli avversari in maniera netta. Va peggio un anno dopo: nulla puo' la formazione guidata da Francesco Guidolin contro la corazzata laziale allenata da Eriksson: 3-0, grazie al rigore di Mihajlovic, al raddoppio di Christian Vieri, al suggello del "solito" Roberto Mancini. Stesso risultato l'anno dopo, con una Lazio ancora piu' competitiva ed ancora piu' padrona del campo. Prodezze di Veron con una volee che finisce all'incrocio dei pali e di Alen Boksic che indovina un altro tiro finito nel sette. L'Udinese tramortita va un po' meglio nella ripresa, ma i biancocelesti che chiudono il conto, direttamente su punzione, con Sinisa Mihajlovic. Nella stagione 2000-2001, la Lazio si presenta al "Friuli" da campione d'Italia in carica. Ed onora il titolo nel migliore dei modi. Il 3-4 con il quale gli uomini di Eriksson si impongono per la quarta stagione consecutiva non da esattamente l'idea del dominio dei biancocelesti sugli avversari. Giornata storta per il difensore dell'Udinese Marco Zamboni: il suo tocco su corner per i laziali genera l'autorete dell'1-0 ospite. Va peggio al capitano Valerio Bertotto al 36': azione biancoceleste in area bianconera, cross, Bertotto scivola sul terreno allentato e tocca di mano, da terra, la palla. Rigore che Hernan Crespo trasforma. Tre minuti della ripresa, ancora Zamboni si lascia sfuggire Salas ed il cileno triplica. Poco dopo una pennellata di Stefano Fiore sembra riaprire in qualche modo il match, ma nuovamente Crespo mette il suggello sull'affermazione esterna dei suoi. Sconfitta dell'Udinese resa un po' meno amara grazie alle reti di Margiotta prima e Sosa poi. E il poker laziale diventa cinquina l'anno successivo. 4-1, ed Udinese che, allenata Hodgson, viene nuovamente surclassata dal tecnico che e' stato l'artefice dei trionfi di pochi anni prima: Alberto Zaccheroni. I romani passano con una doppietta di Crespo e reti di Liverani e dell'argentino Claudio Lopez. Il gol dell'Udinese porta la firma dell'honduregno Caballero. Dopo le parentesi poco felici di Hodgson prima e di Giampiero Ventura poi, l'Udinese svolta e richiama in panchina Luciano Spalletti, protagonista di una salvezza tutt'altro che scontata nella stagione 2000-2001. E la Lazio arriva ad Udine nell'ultima, tesissima giornata di campionato nella quale l'Udinese, un po' a sorpresa rispetto ai pronostici di inizio campionato, si trova a lottare con il Chievo dei miracoli di Gigi Del Neri per un posto in coppa Uefa. L'Udinese, per ritrovare l'Europa deve battere gli avversari e sperare che i veronesi vengano sconfitti nella trasferta in casa di una Juventus gia' laureatasi campione d'Italia. Insomma, non cosi' semplice. L'Udinese e' un mix di tecnica e tenacia, premiata nel secondo tempo. Il rigore di Pizarro e' seguito dal raddoppio del ceco Jankulovski. Claudio Lopez accorcia le distanze per i biancocelesti allenati da Roberto Mancini, ma poco importa, ora l'attenzione e' rivolta a Torino dove sta accadendo di tutto. Una Juventus in vantaggio prima per 2-0 e poi per 3-1 si fa rimontare fino al 3-3. Quando ormai lo stadio "Friuli" sembra rassegnato ad un nuovo spareggio Uefa contro il Chievo dopo quello vittorioso del 1999 proprio contro la Juventus, da Torino arriva la notizia che fa esplodere di gioia il pubblico. Gol del 4-3 juventino in extremis con Zenoni. La coppa Uefa e' di nuovo una splendida realta', ottenuta con merito da chi come Spalletti ed i suoi, non ha mai mollato. Passano pochi mesi, e' l'autunno 2003, e a Spalletti non riesce il bis sulla Lazio, che torna a vincere grazie alle marcature di Bernardo Corradi e Simone Inzaghi. In mezzo, il provvisorio pari segnato da Vincenzo Iaquinta. Udinese champagne contro la Lazio nella stagione 2004-2005, che coincidera' con la prima, storica qualificazione ai preliminari di Champions, 3-0, tutto nel primo tempo, con rigore di Pizarro, Di Michele e ancora Iaquinta. Nella stagione successiva, l'Udinese deve salutare il nocchiero Spalletti, Pizarro e Jankulovski, ma nonostante questo la prima parte della stagione sotto la guida di Serse Cosmi non e' poi cosi' negativa. Contro la Lazio, una delle prove piu' convincenti dell'Udinese nel corso della gestione del tecnico umbro. La Lazio regge nel primo tempo, poi crolla nella ripresa quando a sfondare sono un rigore di Iaquinta, Di Natale e un delizioso pallonetto dell'ex romanista Vincent Candela. Nella stagione 2006-2007 l'Udinese passa attraverso tre fasi di conduzione tecnica: si inizia con Galeone che aveva portato la squadra ad una brillante salvezza l'anno precedente, si prosegue con l'accoppiata Nestor Sensini-Loris Dominissini, per finire con Alberto Malesani. Ed e' proprio nel corso della gestione del tecnico di Verona che la Lazio rende visita ai bianconeri, vincendo nettamente per 4-2. Stendardo, Behrami e Mauri blindano il vantaggio ospite, l'Udinese risponde con Di Natale, ma Rocchi su rigore chiude la contesa e Iaquinta segna a tempo scaduto a fissure il risultato finale. Sara' questo l'ultimo successo della Lazio al "Friuli". Il 2007 apre l'era di Pasquale Marino alla guida dell'Udinese, e nello scontro diretto al "Friuli" contro i biancocelesti le emozioni non mancano: 2-2 con la Lazio due volte in vantaggio e due volte raggiunta. Apre Rocchi, pareggia Ferronetti ad inizio ripresa, poi uno shoot di Christian Ledesma pare chiudere il match a favore dei suoi. Che non hanno fatto i conti con Di Natale, che poco prima dello scadere impatta nuovamente. Si e' detto piu' volte che la seconda stagione friulana sotto la guida di Marino e' stata una delle piu' incredibili nella storia dell'Udinese. Gran partenza, black out nella parte centrale del campionato, finale nuovamente su altissime frequenze. E la Lazio ad Udine non fa che certificare il sussistere della fase di black-out sofferta di Di Natale e compagni. Il team di Marino contro i laziali va in vantaggio per 3-0: colpo sotto di Di Natale, assist di Di Natale a Quagliarella in contropiede, e ancora Di Natale su pasticcio del portiere argentino della Lazio Carrizo. La Lazio, fino a quel momento poca cosa, si sveglia e per l'Udinese sono dolori. Una corta respinta del portiere Handanovic da modo a Zarate di accorciare. Un colpo di testa di Diakite susseguente da corner consente alla Lazio di credere nel pareggio, che la squadra di Delio Rossi raggiunge nel finale di gara grazie ad una rasoiata di Ledesma. Il precedente della stagione 2009-2010 segna il debutto sulla panchina dell'Udinese di Gianni De Biasi al posto di Marino. Inizio difficoltoso di partita per i friulani, che vanno sotto dopo una rete di Floccari. Ma c'e' Di Natale, che poco dopo, con una punizione delle sue, fissa l'1-1 che sara' anche il finale. Ed infine, dopo l'interregno di De Biasi, il reincarico a Marino con commiato a fine stagione, la nuova era Guidolin, con gli ultimi, indimenticabili due precedenti. L' 8 maggio 2011 l'Udinese sa di avere un'unica chance per agganciare la Lazio e contemporaneamente il quarto posto che porta ai preliminari di Champions League: vincere. I friulani recuperano accanto all'irriducibile Di Natale, il funambolico cileno Alexis Sanchez, che pero non e' al meglio. Di Natale trascina i suoi ad un successo fondamentale. La Lazio sbaglia due volte l'off-side e per due volte Toto' la punisce. Sul doppio vantaggio interno, la Lazio di Edy Reja reagisce. Rigore per gli ospiti, l'incaricato e' Mauro Zarate che pero' opta per uno scellerato "cucchiaio" alla Totti. Per un gia' esparto pararigori come Samir Handanovic, che all'esecuzione dell'argentino rimane fermo al centro della porta, bloccare un cosi' innocuo tiro e' uno scherzo. Poi arriva il gol del 2-1 del ceco Kozak, e a questo punto parte l'assalto biancoceleste alla Fort-Apache bianconera, che regge fino alla fine per il successo che, di fatto, sancira' la qualificazione degli uomini di Guidolin ai preliminari di Champions. Il copione si ripete un anno piu' tardi il 29 aprile 2012. L'Udinese gioca meglio, la Lazio patisce le numerose assenze, regge bene fino al 70' quando Di Natale sblocca con un magistrale tocco su un lancio prolungato di un compagno. Vantaggio meritato, ma reso avvelenato dal controverso episodio che porta al raddoppio dell'argentino Pereyra a tempo scaduto. La Lazio sta attaccando alla disperata ricerca del pari, si spinge in avanti anche il portiere Marchetti, l'Udinese, a recupero esaurito, recupera palla quando dalle tribune si leva un fasullo triplice fischio che trae in inganno i laziali, che credendo si tratti del segnale di chiusura dell'arbitro Mauro Bergonzi, si fermano. Colpevolmente, perche' il fischietto ligure fa segno a tutti di proseguire. Non si ferma Roberto Pereyra che ha praterie a disposizione per poter firmare, senza nessun problema, il suo primo gol con la maglia dell'Udinese. I laziali reagiscono in maolomodo perdono la testa nel dopo partita, con comportamenti che trascendono e che genereranno una lunga serie di pesanti squalifiche, su tutte quella inflitta al portiere Marchetti.
Stasera, nuovo capitolo di questa affascinante storia, con dei risvolti che tanto somigliano alla partita del maggio 2011