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- Categoria: Udinese
- Pubblicato Sabato, 09 Marzo 2013 16:05
- Scritto da Sergio Salvaro
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Questa sera Udinese e Roma anticipano per la 9. giornata di ritorno di serie A: i friulani provano a dar seguito alla vittoria di Pescara per una accoppiata di partite, quella di stasera e quella della settimana prossima a Catania, che diranno molto se non tutto sulle possibilita' di aggancio al treno europeo da parte della squadra di Guidolin; i giallorossi proveranno addirittura ad infilare la quarta vittoria consecutiva della gestione Andreazzoli, non volendo perdere di vista il terzo posto che il Milan ha rinforzato dopo il successo esterno di ieri sera in casa del Genoa. Vediamo nel frattempo di ripercorrere nel tempo cio' che negli ultimi decenni e' stato Udinese-Roma per i match giocati allo stadio "Friuli". Doveroso ricordare l'1-1 della stagione 1982-83: sia perche' l'Udinese allenata da Enzo Ferrari fece un'ottima impressione di fronte a quella Roma che si sarebbe cucita a fine stagione il secondo scudetto della propria storia, sia perche' a rispondere alla rete dell'iniziale vantaggio romanista siglata da Paulo Roberto Falcao, fu un jolly di centrocampo mai dimenticato in Friuli, il croato Ivica Surjak. A fine stagione, Surjak verra' inserito gioco forza nella lista dei partenti perche' l'Udinese ha in canna il colpo di mercato che nessuno si aspetta: dopo un lungo braccio di ferro instaurato con la Federazione Gioco Calcio e memorabili discese in piazza del popolo friulano, sbarchera' ad Udine il brasiliano Zico. Che sara' protagonista indiscusso del precedente disputato al cospetto dei campioni d'Italia in carica. Si da molto risalto a questa sfida anche perche' dei 22 protagonisti in campo, quattro sono brasiliani e tutti, in tempi diversi, vestono o hanno vestito la maglia delle nazionale verdeoro: Zico ed il difensore Edinho nell'Udinese, Falcao e Toninho Cerezo per quanto riguarda la Roma. La partita e' avvincente, ricca di capovolgimenti di fronte, e si risolve a cinque minuti dal termine, proprio trenta secondi dopo una miracolosa parata del portiere friulano Fabio Brini su colpo di testa di Pruzzo che pareva destinato alla rete. Con le mani Brini serve Causio, che vede Zico avanzare in profondita'. La traiettoria disegnata dal "barone" ex juventino diventa manna per l'asso carioca che di controbalzo anticipa il difensore e batte imparabilmente il portiere Tancredi. Il "Friuli" stracolmo di gente esplode, diventa una bolgia. L'Udinese si assicura la vittoria, un successo che rimarra' ben impresso nella memoria dei supporter bianconeri. Nelle stagioni successive, la Roma ringiovanisce la panchina salutando un'istituzione come Nils Liedholm, ma non cambia credo tattico affidandosi al piu' giovane connazionale Sven Goran Eriksson, dato in grandissima ascesa. Nelle stagioni in cui "l'allenatore gentiluomo", cosi' e' soprannominato, siede sulla panchina giallorossa ed incrocia i bianconeri ad Udine, sono due vittorie con identico punteggio: 2-0. Nella prima occasione, Eriksson veste il ruolo di direttore tecnico, col toscano Roberto Clagluna in panchina. Siamo nell'aprile 1985, e per un Zico sempre piu' tentato dal ritorno in Brasile, questa potrebbe essere una delle ultime occasioni di esibirsi di fronte ad un pubblico che nonostante la sua saudade ed una classifica molto al di sotto delle aspettative -l'Udinese sta lottando per salvarsi- non ha smesso e non smettera' mai di amarlo. Ma per il Galinho la partita dura davvero poco: intervento durissimo del difensore Ubaldo Righetti sulle caviglie del brasiliano, Paolo Casarin, arbitro dell'incontro, fischia la punizione ma non estrae nemmeno il cartellino giallo, e Zico e' costretto all'abbandono per infortunio. La Roma approffitta di una cosi' importante assenza tra le fila avversarie e passa nella ripresa, reti di Pruzzo a meta' frazione e Chierico nel finale, inframmezzati da due interventi sospetti in area giallorossa, uno su Selvaggi e l'altro su Miano. Se nel match dell'aprile 1985 l'Udinese da battaglia, le cose vanno ben diversamente nella sfida della stagione successiva. Una Roma dal gioco brillante e moderno passa su quel che rimane di una nave bianconera capitata ormai in un clima da mare in tempesta, con il condottiero, il brasiliano Luis Vinicio, prossimo a gettare la spugna ed abbandonarne il timone. Segnano Boniek e Pruzzo, il presidente dell'Udinese Mazza tenta di convincere Vinicio a restare, cosa che avviene, ma giusto poche settimane piu' tardi ci sara' l'avvicendamento con Giancarlo De Sisti. La Roma prosegue spedita nel suo inseguimento alla Juve capolista, rincorsa che si interrompera' bruscamente ad un passo dal sognato sorpasso, in una ben nota partita casalinga persa malamente di fronte ad un Lecce gia' retrocesso. E gli spettri di quella sconfitta la Roma li rivedra' proprio ad Udine nella primavera del 1987. Cambia l'antagonista, che stavolta e' il Napoli di Diego Maradona, ma la Roma veste ancora una volta i panni del cacciatore che e' sul punto di agguantare la lepre in fuga. L'Udinese e' ormai retrocessa: troppi i nove punti di penalizzazione inflitti per il coinvolgimento nel calcio scommesse, per poter raggiungere la salvezza. Ma "Picchio" De Sisti ed i suoi sono grandi professionisti, ed intendono onorare il campionato senza fare sconti a nessuno. La partita sembra mettersi bene per la Roma, che dopo 10 minuti dal fischio d'inizio passa con Sebino Nela. Ma l'Udinese ribatte colpo su colpo, e nella ripresa ribalta contro ogni pronostico il risultato. Pareggia Ciccio Graziani, poi, a sette minuti dal termine, con un sorprendente pallonetto, Massimo Storgato fa 2-1 per i suoi. Addio scudetto giallorosso, a Napoli si attende il conforto della matematica per brindare al primo titolo, ma sara' solo questione di poche settimane. L'Udinese rivede il palcoscenico della A nell'agosto del 1989, ed il nuovo debutto avviene proprio contro la Roma. I bianconeri che si sono convertiti al credo zonarolo sotto la guida di Bruno Mazzia, partono senza timori reverenziali, si conquistano un rigore che Fulvio Simonini si fa parare dal portiere Cervone, vengono immediatamente puniti da Tempestilli che di testa realizza il vantaggio esterno dei giallorossi, ma poi, nel finale di tempo, di testa, Simonini si fa perdonare l'errore precedente e fa 1-1, che sara' anche il risultato finale del match. La stagione sara' avara di soddisfazioni per entrambe: la Roma finira' lontana dalle prime, e l'Udinese, per un solo punto, retrocedera' in B. Altre due stagioni nel purgatorio della serie cadetta, cosi' che friulani e capitolini tornano a sfidarsi nel gennaio 1993. Una partita davvero in controtendenza rispetto a quello che e' il ruolino di marcia interno dell'Udinese di quella stagione. Se e' vero che i bianconeri guidati in panchina da Albertino Bigon costruiscono in casa la faticosa salvezza conquistata quell'anno a spese del Brescia, e' altrettanto vero che una Roma annunciata in crisi, nella quale il tecnico Vujadin Boskov e' ben lontano dai fasti che l'avevano visto protagonista scudettato con la Sampdoria, riesce ad infliggere ai suoi avversari una delle poche battute d'arresto interne di quell'annata. Protagonista assoluto e' l'attaccante della Roma Ruggiero Rizzitelli: e' lui a firmare la doppietta che regala il successo ai suoi -finale 2-1- ed e' sempre lui, con un intervento maldestro, a causare l'autorete che porta l'Udinese al momentaneo pareggio. Passano pochi mesi, siamo a settembre del 1993, ed Udinese-Roma vede una delle poche apparizioni, sulla panchina dello stadio Friuli, nel ruolo di direttore tecnico dei bianconeri, di Azeglio Vicini, ex allenatore della nazionale azzurra. L'Udinese attacca, ma non sfonda: finisce 0-0. In due uscite casalinghe Vicini ha collezionato 1 punto e 0 gol segnati: la dirigenza comincia a dare segnali di incertezza sulla scelta effettuata, ed infatti l'avventura del tecnico romagnolo in Friuli durera' ancora poche settimane. Anche queste controverse vicissitudini in panchina saranno alla base della retrocessione, l'ultima sul campo sino ad oggi, che si materializzera' a fine torneo, il 1 maggio 1994. Ma l'Udinese impiega solo un anno per la risalita in A, ed il 3 dicembre 1995 e' gia' tempo di un nuovo Udinese-Roma. L'Udinese del giovane neo-tecnico Alberto Zaccheroni e' la rivelazione del campionato, trascinata da un gioco che vede nel collettivo il proprio punto di forza e neel tedesco Oliver Bierhoff un terminale offensivo formidabile. Proprio Bierhoff porta in vantaggio l'Udinese a meta' ripresa; la Roma di Carletto Mazzone, poco produttiva lontano dalle mura amiche, cinge d'assedio l'Udinese nel finale di gara, e pareggia a tempo scaduto grazie ad una rete di un altro indimenticato ex, l'argentino Abel Balbo, che in segno di grande rispetto verso i suoi vecchi tifosi, non esulta al momento della rete che sancisce il definitivo 1-1. Il precedente del gennaio 1997, ultima giornata del girone d'andata di quel campionato, vede la vittoria in extremis degli uomini di Zaccheroni ai danni dei giallorossi guidati dal tecnico argentino Carlos Bianchi ormai in odore di esonero: rete vincente di Paolo Poggi. Pur usciti vincitori, i bianconeri sono ancora una crisalide rispetto alla magnifica farfalla che uscira' in primavera e schiudera' le ali per volare verso il primo storico tragurado europeo, conquistato proprio a Roma nella vittoriosa partita di ritorno. Di bene in meglio, per la scatenata banda-Zaccheroni, nella stagione 1997-98: il 4-2 inflitto ai giallorossi allenati da Zeman corrobora lo splendido terzo posto che i bianconeri si assicurano a fine stagione. A segno Bierhoff, Totti, Calori, e ancora Totti per il momentaneo 2-2. Decidono la sfida un incredibile pallonetto di Paolo Poggi, scagliato molto lontano dalla porta e una rete in mischia di Bierhoff nel finale. Decisamente piu' arroventato e intriso di polemiche il precedente successivo, della primavera del 1999. Il campionato della Roma e' altalenante, l'Udinese guidata da Francesco Guidolin, dopo un girone d'andata difficile, sta uscendo con un ritmo decisamente piu'alto impresso a partire dal girone di ritorno. La partita dei bianconeri si fa dura perche' gli ospiti si portano in vantaggio con Fabio Junior. Quando si e' ormai oltrepassata la meta' del secondo tempo, Guidolin decide di giocarsi la carta del danese Martin Jorgensen, partito dalla panchina. E' la mossa che cambia la gara, perche' il biondo trequartista da nuova linfa e ritmo alla manovra dei suoi, che sbagliano un rigore con il brasiliano Amoroso che calcia alto. Tutto finito? No, perche' proprio Jorgensen pareggia a pochi minuti dal termine e poco dopo, per un tiro di Amoroso deviato col braccio (o con il corpo?) da Aldair, l'arbitro assegna un nuovo rigore all'Udinese che stavolta Amoroso trasforma. I giocatori giallorossi, l'allenatore Zeman, la dirigenza sono su tutte le furie per questo arbitraggio definito senza mezzi termini scandaloso. Dalla stagione 1999-2000, in panchina comincia per la Roma l'era Capello: nelle sfide esterne contro l'Udinese questo cambio porta benefici effetti, con due successi consecutivi: 2-0 nel 1999-2000 grazie ad una doppietta dell'indemoniato ex Marco Delvecchio, e 3-1 nella stagione dell'ultimo scudetto della Roma. A firmare una decisiva affermazione dei romani sulla strada che porta al titolo sono Vincenzo Montella, Damiano Tommasi ed il giapponese Hidetoshi Nakata, con tre reti tutte di pregevole fattura. La rete della bandiera dell'Udinese e' messa a segno dall'argentino Sosa. La Roma che nella stagione 2001-2002 finira' seconda ad un punto dalla Juventus nell'ormai noto finale del 5 maggio con doppio sorpasso ai danni dell'Inter, non va oltre il pari nel match giocato ad Udine a gennaio 2002. L'Udinese e' gestita in panchina da Giampiero Ventura, subentrato a novembre a Roy Hodgson, non naviga in una buona posizione di classifica e sa che contro una corazzata come quella di Capello dovra' fare partita d'attesa cercando di colpire in contropiede. Ed e' cio' che avviene grazie al gol del sorprendente vantaggio dei locali con David Di Michele inseritosi sul filo dell'offside e bravo a battere Antonioli in uscita. Una squadra di rango come la Roma non ci sta e perviene al pari, ad otto minuti dal termine con Batistuta. Gli ospiti tentano addirittura il colpaccio, ma la difesa friulana regge, e questo sara' un punto fondamentale nella conquista di una sudata salvezza, avvenuta alla penultima giornata con un successo a Lecce, e maturata al tirar delle somme grazie ad una classifica avulsa favorevole all'Udinese. Ventura a fine stagione non sara' confermato, perche' la dirigenza dell'Udinese ha gia' deciso di riaffidare la squadra alle cure di Luciano Spalletti, gia' protagonista dell'approdo alla salvezza nella stagione 2000-2001, quando il tecnico di Certaldo aveva preso il posto, per l'ultima parte di campionato, di Luigi De Canio. Il 23 febbraio 2003, battendo la Roma per 2-1, l'Udinese avanza ufficialmente la propria candidatura per un posto in Europa: dopo una corta ribattuta del portiere giallorosso, il sempreverde Nestor Sensini infila l'1-0. Ad inizio ripresa e' Montella a raggiungere la parita', ma un imperioso stacco di Vincenzo Iaquinta regalera' il definitivo successo alle zebrette. Lotta, ma esce sconfitta l'Udinese nel match d'apertura del campionato successivo, nell'agosto del 2003: vantaggio romanista con Delvecchio, immediato pareggio del difensore danese Per Kroldrup, gol della vittoria giallorossa ancora con quella che sembra essere diventata una sorta di "bestia nera" dei friulani: Vincenzo Montella. Scintille nel successivo match disputato allo stadio "Friuli", datato 10 aprile 2005: l'Udinese e' lanciatissima verso la conquista di un posto ai preliminari di Champions League, la Roma deve addirittura lottare per non retrocedere, tanto che per rimediare ad una situazione di grande criticita' e' stato chiamato in panchina un simbolo della storia giallorossa quale Bruno Conti. Una Roma decimata da infortuni e squalifiche e scesa in campo con piu' di qualche componente della formazione "Primavera" mette alle corde l'Udinese costringendola al pari per 3-3. Ad un certo punto le reti di Chivu e Montella portano gli ospiti addirittura sul 2-0: la reazione bianconera e' rabbiosa, due gol in cinque minuti prima con Di Natale e poi con Pinzi ed il 2-2 e' cosa fatta. Amantino Mancini a fine primo tempo porta nuovamente avanti i suoi, ma l'assedio portato dall'Udinese nel secondo tempo frutta il definitivo 3-3 grazie a Di Michele. A fine stagione, la Roma non solo si salva, ma la dirigenza, con un blitz messo a segno dall'amministratore delegato Rosella Sensi, strappa proprio all'Udinese il tecnico Luciano Spalletti. Che stecca si' alla prima di fronte ai nuovi tifosi e proprio nel match che vede l'Udinese del nuovo tecnico Serse Cosmi presentarsi sul terreno dello stadio "Olimpico", ma che si rifa' con gli interessi nella partita di ritorno, nel giorno in cui la tifoseria udinese gli riserva un'accoglienza al calor bianco, soprattutto per quelli che sono stati i retroscena del suo improvviso abbandono di Udine per sposare la causa capitolina. La Roma domina un'Udinese allo sbando, che dimostra di non aver ancora assorbito l'amara eliminazione in Champions League per mano del Barcellona. 4-1 il finale, che al di la' di due rigori a favore degli ospiti e messi a segno da Chivu e Mancini, ci sta tutto. Sempre Mancini e Daniele De Rossi completano il tabellino romanista, con una sconfitta friulana che il gol messo a segno da Toto' Di Natale non riesce a rendere meno amara. Nell'autunno del 2006, un gol di Matteo Ferrari e' sufficiente per permettere alla Roma di espugnare ancora una volta il terreno del "Friuli". Poi, dalla stagione 2007-2008, inizia sulla panchina friulana l'era del tecnico siciliano Pasquale Marino. La gara disputata il 13 aprile 2008 e' molto importante sia per l'Udinese, che vincendola potrebbe vedersi dischiudere insperati orizzonti di Champions, sia per la Roma, che culla ancora ambizioni di scudetto da contendere all'Inter. Al 7' della ripresa, la partita sembra volgere a favore dei padroni di casa: Di Natale si inserisce sotto porta e segna. Addirittura una discussione fra Taddei e il portiere Doni subito dopo questo gol subito pare essere il segnale di una Roma destinata a liquefarsi a breve. Invece la formazione ospite si ricompatta, trova di li' a dieci minuti il pareggio con Vucinic, e sale in cattedra. Su un'azione contestata la Roma protesta platealmente con Totti che manda senza mezzi termini a quel paese l'arbitro Rizzoli, con tanto di chiara documentazione televisiva. Nulla di fatto, poi i giallorossi ribaltano la situazione con un gol di Taddei, e, con l'Udinese vanamente protesa alla ricerca del pari, colpiscono in contropiede per la terza volta, al 90' con Ludovic Giuly. Dunque, tre partite da ex per Spalletti e tre vittorie. Un filotto che si interrompe nella stagione 2008-2009. L'Udinese e' in buona condizione, al contrario i rapporti tra i giocatori della Roma ed il suo allenatore si sono fatti difficili. Fatti che trovano diretta conferma dal campo. Un rigore di Di Natale, il raddoppio con Floro Flores da posizione molto angolata, il terzo gol nella ripresa ancora con un travolgente contropiede di Di Natale sanciscono un netto successo friulano, con la Roma che non salva l'onore nemmeno col gol del solito Totti. La stagione avra' per le due compagni un esito molto diverso dagli scenari che si potevano ipotizzare dopo quel match. Una Roma in crisi confermera' Spalletti e sapra' raggiungere il sesto posto finale e dunque la qualificazione Uefa; poco tempo dopo quell'entusiasmante prestazione, invece, l'Udinese di Marino imbocchera' a sua volta il tunnel della crisi, conquistando nella fase centrale del torneo appena 3 punti in 11 gare, ritrovando smalto a primavera con 7 vittorie -delle quali sei consecutive- negli ultimi otto turni di campionato. Questa tardiva rimonta non consentira' comunque a Di Natale e compagni di conquistare l'Europa, proprio a vantaggio dei giallorossi. Nella stagione successiva, Udinese e Roma si affrontano in un momento che per entrambe e' poco positivo. La spunta l'Udinese, che va in vantaggio con Floro Flores, si fa raggiungere da De Rossi, e sigla il gol della vittoria ancora con Floro a otto minuti dal termine. Marino, esonerato a Natale 2009 e richiamato sei settimane piu' tardi dopo il breve interregno di Gianni De Biasi, paga con il definitivo commiato da Udine la stagione negativa ma soprattutto un rapporto che con la societa' ed una parte dello spogliatoio e' ormai logoro. Al suo posto, torna, a distanza di 11 anni Francesco Guidolin. Che parte malissimo, un punto nelle prime cinque giornate, ma che nella primavera 2011, nel momento in cui c'e' da affrontare la Roma al "Friuli" ha portato la sua squadra a lottare per un posto ai preliminari di Champions League. Lo stesso obiettivo della squadra della capitale, che nel corso della stagione ha salutato il tecnico Claudio Ranieri sostituendolo con Vincenzo Montella. Se il primo tempo si chiude con uno 0-0 che e' figlio dei tatticismi di entrambe le contendenti, di ben altro spessore e' la ripresa. Un nervoso Pinzi -che da buon ex laziale sente sempre molto le gare disputate contro l'altra squadra della sua citta' d'origine-sgambetta ingenuamente un avversario causando il rigore: Totti si presenta dal dischetto e concede una gustosa quanto beffarda riedizione dell'esecuzione messa in mostra nel famoso Italia-Olanda dei campionati europei del 2000. "Cucchiaio" di folle genialita' e portiere Handanovic messo a sedere. Ma l'Udinese non ci sta: sa che anche un punto puo' essere utile nella rincorsa alla Champions e si getta con convinzione alla ricerca del pari. Che ottiene meritatamente a quattro minuti dal termine: centro di Corradi, inserimento di Di Natale e pareggio tra il tripudio generale. Ma le emozioni non sono finite: ad un minuto dal termine su azione susseguente a calcio piazzato, un giocatore bianconero viene scaraventato a terra in area, nel parapiglia sbuca la testa bionda del giovanissimo neo-entrato attaccante ceco Matej Vydra che mette dentro per quello che sembra essere il gol del sorpasso. Niente da fare: i giallorossi hanno invocato un inesistente fuorigioco, venendo ascoltati, ma la decisione dell'arbitro Damato e' due volte sciagurata: non ha fischiato fallo da rigore, dando regola del vantaggio e quindi il gol di Vydra andava convalidato, ed il fuorigioco segnalato con molto ritardo e' stato smentito dalle immagini del dopo-partita. Ed oltre al danno, la beffa finale. Sull'ultima azione della partita, al 94', c'e' un fallo laterale per la Roma causato da un rinvio impreciso dell'esterno destro Cuadrado. Lo stesso laterale colombiano si dimentica di una delle regole basilari del calcio, ovvero: un giocatore che si trovi oltre la linea difensiva avversaria, se lanciato in questa posizione da rimessa con le mani, non puo' in nessun caso essere considerato in offside. Pertanto Taddei e' libero di crossare dal fondo per Totti, che da posizione favorevolissima non sbaglia regalando i tre punti alla Roma. Inutile dire che in casa bianconera esplode la rabbia per gli episodi del concitato finale, in un campionato che in ogni caso vedra' al termine del torneo gli uomini di Guidolin centrare l'ambito quarto posto e la qualificazione ai preliminari di Champions. E si arriva infine all'ultimo precedente giocato in Friuli, quello dell'autunno 2011. Guidolin contro Luis Enrique, ovvero la solida tradizione di un certo modo di interpretare il calcio contro quella che vorrebbe essere una visione personalizzata del cosiddetto "tiqui taca" messo in atto dal Barcellona di Pep Guardiola. Partita molto tattica, l'Udinese attende l'avversario, la mossa che si rivela vincente sul fronte bianconero e' quella di sacrificare un elemento come lo svizzero-kosovaro Almen Abdi in marcatura diretta su un'importante fonte del gioco romanista come Daniele De Rossi. Una volta depotenziata questa fonte, l'Udinese puo' colpire al momento giusto con la sua arma migliore, le ripartenze. In una di queste, a dieci minuti dalla fine, su un lancio in profondita', Toto' Di Natale sfugge al diretto controllore Simon Kjaer e con una perfetta vole' batte imparabilmente il portiere olandese Stekelemburg. La Roma cerca disperatamente il punto della parita', ma si espone ai letali contropiede avversari. Al 90' i padroni di casa chiudono il conto: velocissima ripartenza di Pablo Armero sulla fascia sinistra, assist perfetto sull'altro lato per il cileno Isla che ha seguito l'azione, e pallone che non chiede altro se non di essere spinto in rete. L'Udinese vince 2-0 e si assesta definitivamente nelle zone altissime della graduatoria. Questa sera gli ingredienti per un bell'incontro ci sono tutti: unica incognita il probabile terreno pesante, ma quando a fare da primattori saranno due "giovanotti" -71 anni in due!- che rispondono ai nomi di Antonio Di Natale e Francesco Totti, e' scontato che debba essere lo spettacolo a farla da padrone.
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