Qualche timido applauso da quel che dovrebbe essere un catino e sembra invece una bacinella nella quale i pochi tifosi al seguito si agitano come gocce scosse dal vento, qualche minuto prima che la partita abbia inizio. Dall’altra parte cori continui e quasi increduli di una marea rossoblu che sale da Genova fino a raggiungere Valencia con ogni mezzo disponibile allo scopo. Il Mestalla risuona a festa ma deve per questo ringraziare gli avversari di turno. Stadio vecchio, decadente e decaduto, presto sostituito dal nuovo stadio agglomerato in quel progetto cittadino di ringiovanire strade, vie, palazzi e rendere la città ancor più affascinante in un contrasto cromatico e storico di rara intensità.
Le due squadre entrano in campo accompagnate dal timore di non saper più vincere l’una, l’altra con la consapevolezza della difficoltà dell’incontro, ancor più accentuata dall’infermeria straripante di mancati protagonisti. Avvio folgorante della squadra di casa che riesce ad accendere il tiepido entusiasmo locale ( è in atto una contestazione feroce verso squadra e società) e a far spellare le mani di entrambe le tifoserie. Le prime pronte ad applaudire ogni triangolazione, sovrapposizione, scambio in velocità e giocate sopraffine dei propri giocatori. Le altre divorando unghie e pellicine in attesa di un attimo di tregua. La cena è ancora lontana e sperano tanto di non ritrovarsi già gonfi e sazi ancor prima di iniziarla. Mezz’ora di sofferenza per il Genoa, dunque, che raramente oltrepassa il centrocampo avversario con la cattiveria e pericolosità sufficiente per impensierire una tutt’altro che solida difesa avversaria. Il Valencia, invece, offre sprazzi di alta scuola calcistica impersonata in primo luogo dal genio di Silva, autentico trascinatore della squadra. Da lui partono sempre le azioni più pericolose, sia che si tratti di assist che vengono poi sciupati dai compagni ( un’occasione di Juan Mata su tutte) sia che provi lui stesso a concretizzare il gran volume di gioco espresso dalla compagine valenciana. (sua una conclusione che sfiora il palo con Amelia battuto) Quando però sembra che il primo tempo non riservi alcun colpo decisivo ecco la zampata di un Floccari in buona forma che realizza con una spaccata al volo un invitante appoggio di testa di Mesto. Stadio che trasuda stupore, la stessa meraviglia mista a gioia irrefrenabile che si nota negli sguardi dei tifosi del Genoa al seguito ( molte migliaia, vestite a festa per l’occasione).
Le squadre rientrano negli spogliatoi. Alla fine del primo tempo, oltre alla già citata vitalità di Silva e il prezioso dominio della sua fascia di competenza da parte di Mathieu, da segnalare nel Valencia la quasi imbarazzante difficoltà nel collaborare alla manovra di un macchinoso Zigic e la formidabile predisposizione degli esterni in maglia bianca nel proporsi continuamente al cross.
Nel Genoa prezioso è il contributo della cerniera del centrocampo composta da Kharja e Zapater, una discreta sicurezza difensiva dove però si perde spesso ingenuamente il giovane Tomovic e la vivacità di Floccari che oltre a segnare un difficile gol impegna praticamente da solo l’intera retroguardia dei padroni di casa. Quando comincia il secondo tempo è forte il sospetto che il risultato non potrà rimanere inchiodato sullo 0-1 ancora per molto. Passano infatti pochi minuti ed ecco la nave rossoblu travolta dalle folate valenciane prima con un diagonale potente e preciso di Silva ( senza dubbio il migliore in campo in assoluto) e poi con un tocco sotto misura del centravanti Zigic su superbo assist del solito Silva. Le falle sulla fascia destra della squadra rossoblu vengono tardivamente riparate con l’uscita dal campo di un disarmante Tomovic che fa posto a Sculli con conseguente scambio di fasce e di ruoli di alcuni giocatori. Palladino si sposta a sinistra, Mesto arretra ulteriormente la sua posizione, Sculli si occupa di presidiare la fascia destra in supporto di Sokratis e Kharja offre timidamente il suo contributo qualche metro più avanti. Pochi minuti bastano per riacciuffare il pareggio. Azione insistita sulla destra che porta Sokratis, su assist delizioso di Palladino, a trovarsi solo davanti al portiere. Steso platealmente in area suggerisce all’arbitro di concedere il netto rigore. Si fa avanti Kharja che insacca con invidiabile freddezza. Il pubblico genoano riprende fiducia dopo lo scossone dei due gol subiti in pochi minuti mentre gli spettatori di casa attendono con ansia una mossa del loro allenatore che ha a disposizione campioni non soltanto in campo ma anche seduti vicino a lui. Attesa che viene premiata nel giro di pochi secondi visto che Zigic lascia il posto alla stella Villa. Con una formazione se possibile ancor più offensiva, il Valencia, seppur non mostrando mai il fianco per le controffensive genoane, tenta in tutti i modi di vincere la partita. Il Genoa sembra controllare il risultato quando una palla a centrocampo cambia improvvisamente padrone e diventa assist irresistibile per il lanciatissimo Villa. Un confuso Esposito ( entrato al posto di Modesto una ventina di minuti prima) non trova di meglio che stendere in piena area il centravanti del Valencia e della Nazionale spagnola. Rigore ineccepibile che lo stesso Villa trasforma spiazzando Amelia. Partita finita? Per il Genoa sì, visto che sembra non avere più energie né mentali né fisiche per rimediare ancora. Qualche pericoloso contropiede del Valencia, invece, esalta le doti di Amelia e fa spellare le mani dei non molti tifosi valenciani presenti. L’arbitro dopo tre minuti di recupero fischia la fine.
I giocatori rossoblu vanno a rendere omaggio ai numerosissimi sostenitori che colorano lo stadio, meritandosi comunque applausi per l’impegno profuso e per l’impresa sfiorata di uscire imbattuti da questa difficilissima sfida. I bianchi di Emery dimostrano di essere tra i favoriti per la conquista finale del trofeo con una prestazione che lascia sperare per il futuro anche il più pessimista dei suoi tifosi. Risultato alla fine giusto che non ridimensiona più di tanto la voglia d’Europa del Genoa ( Lille e Slavia Praga sono certamente molto più alla sua portata di questo Valencia) e che regala emozioni fino allo scadere.
Voti ai genoani:
Amelia: 6 nel finale evita che il passivo sia più pesante. Dimostra però, rispetto alle altre prestazioni, un’insolita imprecisione nei rinvii di piede
Sokratis : 6 colpevole di qualche grave sbavatura difensiva che porta, ad esempio, al pareggio dei padroni di casa. Dimostra però personalità e consueta voglia di lottare.
(30’ st Milanetto: 5 entra per tenere palla e cercare di addormentare la partita. Risulta però fuori dal gioco, falloso e impreciso nelle rare occasioni in cui gli capita il pallone tra i piedi)
Moretti: 6 torna nella città che lo ha visto protagonista per molti anni ma l’accoglienza dei suoi tifosi è fredda. Si dimostra lucido in molte occasioni ma sorpreso anche lui dalla velocità d’esecuzione degli avanti valenciani
Bocchetti: 6 partita sufficiente considerando la difficoltà dell’impegno ma non è ancora il giocatore ammirato nella scorsa stagione
Tomovic : 4 soffre nel primo tempo e non riesce mai a coprire a dovere la sua fascia. Nei dieci minuti della ripresa in cui rimane in campo riesce a commettere due gravi errori che costano due gol al Genoa. Da rivedere, forse si potrebbe adattare meglio nel ruolo di centrale difensivo
(13’ st Sculli: 6 generoso e combattente, mette al servizio della squadra anima e cuore. In questo caso non bastano ad evitare la sconfitta)
Kharja: 6,5 confortante prestazione del marocchino che sta prendendo confidenza con i compiti a lui assegnati dal mister. Utile anche in fase di contenimento. Freddo nell’occasione del rigore. Zapater: 7 giocatore che non finisce di stupire per personalità e forza. Autentico trascinatore in alcuni momenti della partita, sradica palloni e con non comune sagacia li distribuisce ai compagni sprecandone davvero pochi. Sta diventando punto fermo di questa squadra.
Modesto : 5 timido, insicuro, impreciso. Sembra svuotato. Giocatore da ritrovare.
(17’ st Esposito: 5,5 in difficoltà come tutti i suoi compagni di reparto, merita mezzo voto in meno per il fallo da rigore nel finale che costa la sconfitta al Genoa. Giocatore di sicure potenzialità che, come nel caso di Tomovic, deve ancora apprendere il gioco che vuole mister Gasperini) )
Mesto: 6,5 buona partita sia in fase propositiva che di contenimento. Offre anche l’assist per il primo gol, cambia varie posizioni durante la partita ma dimostra sempre lucidità e sicurezza
Floccari: 7 questo è il giocatore che il Genoa aspettava e sul quale punta per garantire profondità e pericolosità alla squadra. Tecnico, intelligente nei movimenti tuttavia ancora impreciso nelle sponde per i compagni ma implacabile sotto porta.
Palladino.: 6 nel primo tempo soffre terribilmente la marcatura di Mathieu. Non ha ancora lo spunto per puntare e crossare dal fondo. Nonostante questo, solita duttilità nelle due fasce che alterna nel secondo tempo. Intelligente l’assist per Sokratis nell’azione del rigore guadagnato.
Gasperini: 6,5 il materiale a disposizione non è quello che vorrebbe visti i numerosi infortuni. Eppure la squadra disputa una buona partita in uno stadio difficile. Partita che rimanein bilico fino alla fine. Questo anche e soprattutto per merito del suo camaleontico Genoa. Mezzo voto in meno per la tardiva sosituzione di Tomovic in evidente difficoltà.
Roberto Tarli
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